Partite pregresse, un'altra vittoria di Confconsumatori. Prosegue l'attività di recupero

Dopo la pronuncia della Corte di Cassazione del 2021 e la sentenza del Tribunale di Massa del 2022, arriva un'altra pronuncia a favore degli utenti contro le “partite pregresse”, cioè i conguagli tariffari inseriti in bolletta. Il Giudice di pace di Massa, Locane, ha confermato il filone giurisprudenziale con la sentenza n.53/2023, condannando il gestore del servizio idrico integrato Gaia a restituire a un utente oltre 2.000 euro pagati nel corso degli ultimi danni a titolo di partite pregresse inserite in fatture.
L’associato di Confconsumatori, dopo aver presentato invano un reclamo al gestore per riavere le partite pregresse, aveva deciso di tutelare i propri diritti dinanzi al Giudice di pace di Massa, che ha accolto in toto l'istanza formulata per conto dell’utente dall’avvocato Francesca Galloni di Confconsumatori Massa-Carrara, delegata nazionale del settore del servizio idrico integrato.
«Questa sentenza – commenta il legale di Confconsumatori – ancora una volta conferma la fondatezza della battaglia portata avanti in questi anni dalla Confconsumatori a sostegno dell’illegittimità delle voci inserite in bolletta a titolo di partite pregresse. È una sentenza che si pone in linea con la più recente giurisprudenza, confermando che “la spettanza delle partite pregresse è definita dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico ma tale determinazione, adottata nell'esercizio del potere regolatorio in relazione al servizio idrico integrato, non può porsi in contrasto con il principio di irretroattività. Ne consegue l'illegittimità del meccanismo recuperatorio finalizzato al recupero dei deficit di bilancio pregresso e posto a carico degli utenti a prescindere dalla fruizione del servizio, sulla base della sola titolarità di utenze attive alla data di entrata in vigore della nuova disciplina in materia tariffaria”».
COSA SONO LE PARTITE PREGRESSE – Le “partite pregresse” sono conguagli tariffari approvati dai vari gestori dopo la delibera 643/2013 dell’allora Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica gas e sistema idrico, oggi Arera) che dava la possibilità alle Autorità di ambito e ai vari gestori di prevedere retroattivamente quei conguagli, spalmati per gli anni successivi fino ad arrivare al 2022. Da quel momento sono comparse in bolletta le voci “partite pregresse”, importi calcolati con meccanismi da “azzeccagarbugli” non elevati ma invisi agli utenti perché costretti a pagare conguagli tariffari spettanti invece ai gestori per il periodo precedente al trasferimento delle competenze del Servizio idrico integrato ad Aeegsi.
COSA POSSONO FARE I CONSUMATORI – Alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione e della successiva giurisprudenza che ha accolto la tesi della consumatrice, gli utenti possono verificare se nelle bollette da loro pagate negli ultimi 5 anni è presente la voce “partite pregresse” e chiedere il rimborso. Un modello di lettera è disponibile nelle sedi di Confconsumatori: tutti i contatti delle sedi toscane sono sul sito www.confconsumatoritoscana.it.
«È importante – dichiarano da Confconsumatori – far sentire la voce dei consumatori e portare avanti insieme questa battaglia di giustizia. Le nostre iniziative, oltre che rivolte ai singoli, avranno come destinatario anche Arera e l’Antitrust, perché riteniamo che i profili censurabili dell'intera vicenda siano molteplici. Il servizio idrico integrato deve essere regolato da principi che guardano alla tutela dell’acqua come bene pubblico e accessibile a tutti, a prezzi giusti, e non al profitto di società e aziende private».
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Partite pregresse illegittime: importante sentenza del Tribunale di Massa

Massa 10/3/2022 – Confconsumatori esprime soddisfazione per la recentissima sentenza di appello emessa dal Tribunale di Massa in data 8/3/2022 n. 187, prima sentenza di merito dopo la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione n. 17959 del giugno scorso, che ha confermato la linea assunta tracciata dalla Corte di Cassazione e riconosciuto l’illegittimità delle partite pregresse in una vicenda di una consumatrice di Massa Carrara.
Questi i fatti.
La associata di Confconsumatori aveva intrapreso una causa dinanzi al Giudice di Pace di Pontremoli per contestare l’illegittimita’ delle voci inserite dal gestore Gaia spa nella fatture relativamente alle partite pregresse, contestandone l’illegittimità’ sotto vari profili.
Già il Giudice di Pace di Pontremoli, dott. Bassioni, con la sentenza di primo grado n. 196,29 aveva dato ragione alla consumatrice, assista dall’Avv. Francesca Galloni di Confconsumatori Massa-Carrara, condannando il gestore alla restituzione degli importi a titolo di partite pregresse oggetto di causa.
Gaia spa decideva quindi di presentare appello dinanzi al Tribunale di Massa quale Giudice di secondo grado che con la sentenza dell’8 marzo ha rigettato l’appello e confermato la sentenza di primo grado.
“Si tratta della prima sentenza di merito emessa da un tribunale dopo il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione sull’illegittimità delle partite pregresse – conferma l’avv. Galloni, e per noi rappresenta una grande vittoria e soddisfazione perche’ finalmente viene riconosciuta la fondatezza della nostra battaglia che stiamo portando avanti da anni contro le partite pregresse”.
Il tribunale ha infatti applicato “il principio di diritto recentemente enunciato in sede di legittimità, con riguardo ad una fattispecie analoga a quella che ne occupa, secondo cui: “l'Autorità indipendente - divenuta Autorità per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico - ha definito le componenti di costo inserendo tra le componenti tariffari anche le eventuali "partite pregresse" derivanti da conguagli maturati in periodi precedenti al trasferimento delle competenze dell'Autorità stessa. In particolare, ai sensi dell'art. 31 della richiamata Determinazione, la spettanza delle c.d. partite pregresse è definita dall'Autorità ma tale determinazione, adottata nell'esercizio del potere regolatorio in relazione al servizio idrico integrato, non può porsi in contrasto con il principio di irretroattività sancito dall'art. 11 disp. prel. c.c.. Ne consegue l'illegittimità del meccanismo recuperatorio per violazione del citato art. 11. finalizzato al recupero dei deficit di bilancio pregresso e posta a carico degli utenti in dipendenza di una disposizione di carattere univocamente retroattivo, ed a prescindere dalla fruizione del servizio e dal nesso sinallagmatico con alcuna prestazione, sulla base della sola titolarità di utenze attive alla data di entrata in vigore della nuova disciplina in materia tariffaria.”
Prosegue detta sentenza: “E' stata allora correttamente esclusa la retroattività della innovazione per contrasto con l'art. 11 disp. prel. c.c. rispetto ai periodi in cui i rapporti individuali di utenza avevano già avuto esecuzione, in assenza di accordo delle parti ed in carenza di un potere impositivo perché disposta in palese violazione del principio di autonomia contrattuale di cui all'art. 1322 c.c., secondo cui le parti concorrono a determinare il contenuto del contratto nei soli limiti imposti 6 dalla legge, nonché in evidente violazione del principio di buona fede” (cfr. Corte di Cassazione n. 17959 del 23.6.2021)”.
A questo punto si rafforza la nostra battaglia già intrapresa in passato quando la Confconsumatori ha lanciato una campagna contro le partite pregresse, invitando tutti gli interessati ad intraprendere il primo passo inviando una lettera per bloccare la prescrizione, e agendo in contemporanea sul piano istituzionale chiedendo alle Autorità Arera e Antitrust un confronto sul problema.
COSA SONO LE PARTITE PREGRESSE – Le “partite pregresse” sono conguagli tariffari approvati dai vari gestori dopo la delibera 643/2013 dell’allora Aeegsi (Autorità per l’Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico – oggi Arera -) che dava la possibilità alle Autorità di Ambito e ai vari gestori di prevedere retroattivamente detti conguagli, spalmati per gli anni successivi fino ad arrivare al 2022. Da quel momento, sono comparse in bolletta le voci “partite pregresse”, importi calcolati con meccanismi da azzeccagarbugli, non elevati ma invisi agli utenti perché costretti a pagare dei conguagli tariffari spettanti, secondo la delibera del 2013, ai gestori per il periodo precedente al trasferimento delle competenze del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) ad Aeegsi.
COSA POSSONO FARE I CONSUMATORI – Alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione e della sentenza del Tribunale di Massa che ha accolto la tesi della consumatrice, gli utenti potrebbero chiedere il rimborso di quanto pagato in questi anni sotto la voce partite pregresse. Un modello di lettera è disponibile presso le sedi di Confconsumatori: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/
“È importante – dichiara Confconsumatori - far sentire la voce dei consumatori e portare avanti insieme questa battaglia di giustizia. Le nostre iniziative, oltre che rivolte ai singoli, avranno come destinatario anche Arera e l’Antitrust, perché riteniamo che molteplici siano i profili censurabili della intera vicenda. Il servizio idrico integrato deve essere regolato da principi che guardano alla tutela dell’acqua come bene pubblico ed accessibile a tutti, a prezzi giusti, e non al profitto di società e aziende private”.
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In Toscana avviato lo scontro con AIT sulle partite pregresse

Firenze, 23 novembre 2021 – Si è svolto in data 17 novembre un incontro tra le associazioni dei consumatori della Toscana e l’Autorità Idrica Toscana avente ad oggetto la problematica delle partite pregresse addebitate in bolletta idrica e ritenute illegittime dalla Suprema Corte di Cassazione.
E’ emerso che vari gestori toscani sono stati interessati dalle questione delle partite pregresse che hanno fatturato in bolletta negli ultimi anni agli utenti, anche se al momento solo Gaia sta ancora riscuotendo detti importi a titolo di partite pregresse, avendo gli altri gestori terminato la riscossione.
Confconsumatori Toscana, alla luce del noto provvedimento della Suprema Corte di Cassazione che ha condannato un gestore ligure a restituire gli importi fatti pagare all’utente a titolo di partite pregresse definite illegittime, ha fatto presente l’intenzione di portare avanti le istanze dei cittadini al fine di metter in mora ed interrompere i termini di prescrizione con l’invio di lettere ad hoc.
L’AIT, dal suo canto, ha comunicato di aver richiesto insieme a tutti le altre Autorità d’Ambito interessate una informativa ad Arera (responsabile di averle istituite Delibera Determina AEEGSI n. 643/2013). Ad oggi l’Autorità nazionale non ha ancora risposto e non sono conosciuti i tempi di una risoluzione.
L’Ait sembrava piu' preoccupata di garantire i conti e i bilanci dei gestori avendo ribadito che in materia vige il principio del full recovery cost per cui in caso in cui dovessero dover restituire le somme prese a titolo di partite pregresse si verificherebbero disavanzi o minori investimenti, senza proferire verbo sulle ingenti somme che i cittadini pagano in Toscana per il servizio idrico integrato.
Confconsumatori Toscana, rappresentata nel corso della riunione dall’avv. Francesca Galloni, ha insistito nel far valere il punto di vista enunciato dal provvedimento della Cassazione, ossia che una determina di carattere amministrativo non può’ contrastare con il principio di irretroattivita’ delle leggi né porsi in contrasto con i principi di diritto civile che regolano o i rapporti di diritto privato, come quello che lega il gestore con l’utente.
Pur non avendo intenzione al momento di ingolfare i Giudice di Pace con cause, la Confconsumatori ha ribadito di voler portare con determinazione avanti la sua iniziativa che parte con l’invio di lettere di messa in mora e interruttive dei termini di prescrizione nei confronti dei gestori.
Tuttavia CONFCONSUMATORI TOSCANA INVITA L’AUTORITA’ IDRICA TOSCANA E L’AUTORITA’ NAZIONALE ARERA AD AFFRONTARE IL PROBLEMA TUTELANDO GLI UTENTI CONSUMATORI ED IMPONENDO COSI’ AI GESTORI LA RESTITUZIONE DELLE SOMME PAGATE COSI’ DA EVITARE UN CONTENZIOSO DILAGANTE.
Si ricorda agli utenti che la lettera per il recupero degli importi ingiustamente riscossi dai gestori è disponibile presso le sedi di Confconsumatori: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/ ovvero sul sito www.confconsumatoritoscana.it



Partite pregresse illegittime: ecco cosa fare

Parma, 15 settembre 2021 – Confconsumatori esprime soddisfazione per la recentissima sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto l'illegittimità delle ormai note “partite pregresse” del servizio idrico, che rappresentano conguagli tardivi addebitati ai consumatori in contrasto con il principio di irretroattività. Confconsumatori, che nel 2019 aveva già vinto in primo grado una causa in materia a Pontremoli, mette a disposizione dei consumatori i propri sportelli: il primo passo è la lettera per bloccare la prescrizione, nel frattempo l’associazione agirà sul piano istituzionale chiedendo alle Autorità Arera e Antitrust un confronto sul problema.
COSA SONO LE PARTITE PREGRESSE – Le “partite pregresse” sono conguagli tariffari approvati dai vari gestori dopo la delibera 643/2013 dell’allora Aeegsi (Autorità per l’Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico – oggi Arera -) che dava la possibilità alle Autorità di Ambito e ai vari gestori di prevedere retroattivamente detti conguagli, spalmati per gli anni successivi fino ad arrivare al 2022. Da quel momento, sono comparse in bolletta le voci “partite pregresse”, importi calcolati con meccanismi da azzeccagarbugli, non elevati ma invisi agli utenti perché costretti a pagare dei conguagli tariffari spettanti, secondo la delibera del 2013, ai gestori per il periodo precedente al trasferimento delle competenze del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) ad Aeegsi.
LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE – La Cassazione, con la sentenza n. 17959-21 stringata ma chiarissima, ha riconosciuto per la prima volta l’illegittimità delle partite pregresse. La Corte ritiene che la spettanza delle partite pregresse, definite dall’Autorità e adottate nell’esercizio del potere regolatorio in relazione al S.I.I., non può porsi in contrasto con il principio di irretroattività sancito dall’art 11 delle preleggi, il quale, appunto, rende illegittimo il meccanismo recuperatorio.
COSA POSSONO FARE I CONSUMATORI – Alla luce della recente sentenza, gli utenti potrebbero chiedere il rimborso di quanto pagato in questi anni sotto la voce partite pregresse. Confconsumatori aveva già ottenuto nel 2019 una prima vittoria in primo grado contro Gaia Spa a Pontremoli (116/2019) ora in appello. Inoltre, resta in attesa di pronuncia da parte della Cassazione l’ammissibilità della class action avviata in materia da altre associazioni in passato. In questo contesto, per prudenza e senso di responsabilità, Confconsumatori invita, per il momento, gli utenti a limitarsi all’invio di una lettera di messa in mora per bloccare la prescrizione al fine di ottenere la restituzione delle partite pregresse. Nel frattempo, Confconsumatori agirà sul piano istituzionale, chiedendo alle Autorità Antitrust e Arera di aprire un tavolo per la risoluzione del problema e, al contempo, monitorerà gli sviluppi della vicenda avviando cause pilota. Un modello di lettera è disponibile presso le sedi di Confconsumatori: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/
“È importante – dichiara Confconsumatori - far sentire la voce dei consumatori e portare avanti insieme questa battaglia di giustizia. Le nostre iniziative oltre che rivolte ai singoli, avranno come destinatario anche Arera e l’Antitrust, perché riteniamo che molteplici siano i profili censurabili della intera vicenda. Il servizio idrico integrato deve essere regolato da principi che guardano alla tutela dell’acqua come bene pubblico ed accessibile a tutti, a prezzi giusti, e non al profitto di società e aziende private”.




Partite pregresse applicate dai gestori del S.I.I.: una luce in fondo al tunnel?

E' un'ottima notizia quella apparsa oggi sulla stampa locale a proposito della sentenza della Corte di Cassazione n. 17959-21 che ha riconosciuto l'illegittimita' delle partite pregresse applicate dai gestori del S.I.I. ( tra cui Gaia spa). La Confconsumatori, nel ricordare la sua battaglia portata avanti da anni su questo argomento, ricorda che il Giudice di Pace di Pontremoli, dott. Bassioni, si e' gia' pronunciato con la sentenza n. 116/2019, emessa a seguito di giudizio promosso dall'avv. Francesca Galloni avente ad oggetto proprio il rimborso delle partite pregresse a favore di una associata.
Detta sentenza ha accolto la domanda e ha condannato Gaia spa alla restituzione delle stesse a favore dell'utente.
Per correttezza informativa occorre dire che Gaia ha fatto appello e il giudizio e' tuttora pendente dinnanzi al Tribunale di Massa per la prossima udienza di meta' ottobre. Presto si terra' un incontro dei legali della Confconsumatori Nazionale per decidere le azioni da intraprendere al fine di far valere i vostri e i nostri diritti!
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Roselle: «Centinaia di utenti pronti a citare in giudizio l'Acquedotto del Fiora»

Centinaia di famiglie residenti a Roselle, frazione del Comune di Grosseto, sono ancora alle prese con fatture dell'Acquedotto del Fiora che recano addebiti di perdite d’acqua su inesistenti reti private. E gli utenti, assistiti da Confconsumatori, continuano a dare battaglia. «Il Fiora – fanno sapere da Confconsumatori – ha risposto picche all’Ait, l'Autorità idrica toscana, che aveva invitato espressamente a sospendere il pagamento delle fatture contenenti l’addebito per presunte perdite di contatori fantasma. Il Comune di Grosseto, invece, non risponde affatto, snobbando quindi l’Ait che aveva invitato a emendare l’errore fatto in sede di trasferimento della rete idrica al gestore e snobbando pure noi di Confconsumatori che più volte abbiamo chiesto al sindaco di occuparsi della vicenda senza ricevere risposte e soprattutto centinaia di famiglie di Roselle. Cittadini che hanno visto costruire la rete idrica di Roselle centro, Brancaleta e Aiali ed ai quali lo stesso Comune, quando gestiva l’acqua, aveva fatto sottoscrivere contratti di utenza».
Un associato a Confconsumatori ha già convenuto in giudizio il Fiora per fare accertare che – dopo la legge Galli – esiste un solo gestore idrico, che non possono esistere ormai rete idriche private come sostiene Adf, di aver chiesto normalmente l’utenza ad Adf 5 anni fa senza che la società abbia parlato di contatori fantasma e di reti pseudo-condominiali estese per chilometri e quindi di non essere tenuto a pagare le perdite per una rete agganciata a un contatore generale intestato a nessuno per un’abitazione cittadina, visto che ormai Roselle infatti parte della città di Grosseto e da anni non è più considerata una frazione.
«Ma non finirà qui – osservano a Confconsumatori – perché se Adf continuerà a sostenere che il Comune non ha trasferito la gestione della rete, lo stesso Comune di Grosseto potrebbe essere a sua volta evocato in giudizio per accertare la titolarità della rete. Purtroppo nei prossimi giorni, visto l'atteggiamento di Adf e Comune, centinaia di utenti agiranno in giudizio, in quanto vivono con la mannaia del Fiora che li minaccia di tagliare l’acqua. Comunque vadano le cause, è certo che Adf e Comune sono già perdenti, in quanto mancano chiaramente dì responsabilità sociale e di qualsivoglia sensibilità e rispetto, facendo vivere a centinaia di famiglie, alle quali chiedono mediamente 500-1.000 euro, un incubo in un periodo di pandemia. Dovrebbero svolgere le loro funzioni nell'interesse di quelle cento famiglie, in tutto circa 400 persone, mentre si sono perfino sottratti dal risolvere la questione come indicato dall'Autorità idrica toscana».
Gli utenti residenti a Roselle – con fatture che recano l’addebito di perdite d’acqua su inesistenti rete private – che non si sono già rivolti a Confconsumatori possono contattare la sede grossetana scrivendo a grosseto@confconsumatori.it.




Comunicato stampa su Gaia spa

La Confconsumatori di Massa-Carrara ancora una volta è costretta a prendere una netta posizione di contrasto avverso Gaia spa.
Un caso caso clamoroso che è in attesa di verifiche, riguarda la fattura recapitata ad un associato della Confconsumatori , dell'importo incredibile di €. 9229 per il consumo di acqua di una famiglia per il periodo di un anno!!!!!
L'associazione alla quale si è rivolto l'utente, tramite il legale, avv. Francesca Galloni, ha effettuato la contestazione della fattura contestando come detto consumo sia assolutamente impensabile, chiedendo la sospensione della richiesta di pagamento che metterebbe in seria difficoltà la famiglia del nostro associato. Siamo quindi in attesa di ricevere i chiarimenti e le spiegazioni necessarie.
Un'altra problematica riguarda le agevolazioni tariffarie previste per gli utenti, che Gaia pur pubblicizzandole, si dimentica di applicare agli aventi diritti.
Alcuni associati si sono infatti rivolti allo sportello dell'associazione per contestare le ultime fatture pervenute che vedono non applicate le agevolazioni applicate da sempre e per le quali hanno diritto. Non è dato capire se si tratti di semplici errori materiali nella fatturazione o cosa altro, fatto sta che la mancata applicazione delle dovute agevolazioni comporta un aumento non indifferente degli importi da pagare. La Confconsumatori sta cercando di risolvere questa problematica.
L'ultimo caso riguarda invece una associata di Villafranca che ha aperto un contenzioso contro Gaia spa dinanzi al Giudice di Pace di Pontremoli, avente ad oggetto le cosiddette "partite pregresse" contestandone la legittimità e la debenza nel merito, per il principio della prescrizione quinquennale che si applica ai contratti di somministrazione - come quello fra gli utenti e Gaia spa- e che, secondo l'avv. Galloni comporterebbe che Gaia spa non possa richiedere a titolo di partite pregresse, i conguagli dal 2006 al 2010.
Orbene, in pendenza del giudizio, Gaia ha ben pensato di inviare alla signora una lettera ar di messa in mora per la richiesta della somma a titolo delle partite pregresse di €. 32,36 pena la riduzione di flusso di acqua!!!La signora, pur continuando a contestarLe, si è vista quindi costretta, al solo fine di evitare l'apposizione del riduttore di flusso, al pagamento della somma oggetto di contestazione giudiziaria.
Orbene, la Confconsumatori ritiene giusto rendere pubblici detti espisodi affinchè gli utenti siano consapevoli della possibilità di contestare le ingiustizie e i comportamenti poco chiari delle società di gestione dei servizi, soprattutto nel caso di acqua, bene indispensabile per il nostro vivere quotidiano e purtroppo oggetto di mercificazione anche a causa della legislazione nazionale.




Problema siccità: stop alla logica dell'emergenza

Parma, 26 luglio 2017 - Acqua razionata in almeno 20 Comuni, Regioni pronte a dichiarare lo Stato di calamità, gli agricoltori che stimano 200 milioni di euro di danni: nel caos della caccia alle responsabilità tra Istituzioni e gestori, i cittadini-consumatori pagano il prezzo più alto della crisi idrica. Sono già una ventina i Comuni in cui è stata razionata l'acqua, e certamente c'è da aspettarsi che aumentino i costi dei prodotti di agricoltura e allevamenti, senza considerare che i fondi di solidarietà per chi richiede lo stato di calamità vengono sempre dalle tasche dei contribuenti. Ma non è certo il consumatore il responsabile della scarsità d'acqua che si sta verificando in molte parti d'Italia. Se è vero che un comportamento virtuoso e attento ad evitare sprechi è da incentivare (anche Confconsumatori lo ha fatto), bisogna guardare anzitutto ai dati per arrivare alla radice del problema e prevenirne la ricomparsa.

VERA CALAMITÀ? - Da un lato si aggravano, come ampiamente annunciato, i cambiamenti climatici (specie sulle temperature), i quali non possono che spingere a lavorare con urgenza e lungimiranza alla preservazione della risorsa acqua. Dall'altro lato restano le ormai palesi inefficienze dei sistemi idrici: secondo l'Istat (dati 2015 su 116 Comuni italiani) le perdite idriche reali -differenza immesso/erogato - in troppi casi superano il 60 e 70%. Oltre a questo stride l'invito a chiudere i rubinetti ben sapendo che il consumo civile rappresenta sempre secondo Istat (dati 2012) solo il 20%, mentre il 51% del consumo è relativo all'irrigazione e il 21% all'ambito industriale. Appare chiaro che l'enorme quantità di acqua dispersa in tempi di criticità costituisce gran parte della soluzione del problema stesso. Per quale motivo le criticità del SII su tutto il territorio nazionale non sono state correttamente affrontate al di fuori della pratica dell'"urgenza" e all'interno di un serio cronoprogramma pubblicamente condiviso? In questo quadro, quale credibilità hanno eventuali richieste di calamità naturale?

CONTROLLI E SANZIONI - L'altro problema da affrontare è quello dei controlli e delle sanzioni: se è corretto penalizzare i cittadini per gli usi impropri dell'acqua potabile (bene primario), deve essere altresì corretto sanzionare anche i Gestori (che peraltro operano per delega dello Stato) i quali, non garantendo la giusta manutenzione della rete, sono causa di dispersione e spreco dell'acqua potabile in cospicua percentuale. Quindi, a fronte delle iniziative intraprese nei confronti dei consumatori che, lo ricordiamo, provvedono puntualmente al pagamento del servizio idrico e che sono tenuti a un utilizzo sobrio e consapevole delle risorse, Confconsumatori si rivolge al Governo e all'Aeegsi per formulare quattro richieste:

1. Che, partendo dagli esempi virtuosi che il nostro Paese offre, venga approvato un piano nazionale di investimenti (richiedendo trasferimenti speciali dall'UE) per giungere in breve tempo all'ammodernamento ed efficientamento della rete idrica in tutta Italia verificandone l'attuazione e rendendo puntualmente conto ai cittadini dei fondi investiti, ancora prima di pensare di realizzare nuove grandi opere (nuovi invasi);
2. Che si chiariscano quali misure sono state intraprese e si intendono intraprendere in futuro rispetto ai produttori agricoli e alle imprese industriali al fine di contenere gli sprechi d'acqua, anche attraverso l'innovazione tecnologica;
3. Che vengano poste in essere tutte le necessarie attività di controllo volte ad accertare se le risorse dei cittadini siano state spese o investite secondo le finalità indicate nelle singoli voci delle bollette emesse dai Gestori, ovvero se i vincoli di trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità siano stati rispettati;
4. Che vengano perseguiti con severità allacci abusivi, utilizzi impropri da parte di privati e imprese.




Comunicato stampa su bollette GAIA

Massa, 8/10/2014 - La Confconsumatori di Massa-Carrara comunica agli utenti che è attivo lo sportello di consulenza per la comprensione e lettura delle ultime fatture pervenute da parte di Gaia spa presso il proprio sportello ubicato in Massa via Fermi n. 19, consulenza a tessera agevolata per i nuovi iscritti alla associazione.
In particolare tramite il proprio Presidente provinciale dott. Andrera Ceccopieri rileva come nelle ultime fatture pervenute Gaia applichi, spalmato in rate dalla durata di 5 anni, un aumento relativo al periodo 2006/2010 che Gaia motiva in quanto autorizzato da un decreto del Direttore Generale dell'Autorità Idrica Toscana dove la Confconsumatori ricorda a tutti è presente anche un rappresentante del Comune di Massa che pertanto "legittima" per così dire questi continui balzelli ed aumenti ingiustificati a danno dei cittadini.
Trattasi, a parere dei legali della Confconsumatori, di importi ormai prescritti e quindi non più richiedibili da parte di Gaia.
Rileva altresì che, a differenza di quanto avvenuto per il pregresso conguaglio relativo al 2005 che arrivò con un'unica rata, questo è stata spalmato in 5 anni per cui l'utente si trova in 5 anni a pagare cifre assai rilevanti che però, spalmante in ogni singola bolletta, così non appaiono.
Questa iniziativa, a parere della Confconsumatori, è un' ulteriore dimostrazione di comportamento poco corretto a danno dei cittadini che si trovano a dover contestare le bollette per cifre di non rilevanti importi che se però vengono sommati in 5 anni raggiungono cifre da capogiro.
Confconsumatori rileva ancora come il metodo di conteggio del consumo di acqua da parte di Gaia appare ancora e sempre oscuro in quanto nelle bollette di conguaglio spalmano il consumo complessivo già fatturato nelle bollette di acconto, in 4 diverse fasce (agevolata, base ed eccedenza ) in modo del tutto arbitrario, con notevoli costi ed importi aggiuntivi a carico dei cittadini.
La Confconsumatori chiede pertanto un incontro pubblico sia con il Sindaco di Massa sia con i rappresentati di Gaia, aperto alla cittadinanza, al fine di chiarire una volta per tutte tutti questi aspetti oscuri ed evitare inoltre che i cittadini perdano intere mattine del loro tempo in coda presso gli uffici di Gaia senza ottenere alcuna risposta satisfattiva.
Invita quindi chi fosse interessato a firmare questa petizione da poter poi presentare al Sindaco di Massa, o ad inoltrare un reclamo a Gaia, di rivolgersi presso lo sportello dell'associazione che è aperto il lun merc ven ore 9-12 e mart. giov. Ore 16-18.
La Confconsumatori di Massa-Carrara, Il Presidente
dott. Andrea Ceccopieri



Comunicato stampa bollette GAIA

La Confconsumatori di Massa-Carrara, nella persona del suo Presidente dott. Andrea Ceccopieri, visti gli ultimi accadimenti relativi alle fatture inviate da Gaia ai cittadini e le numerose problematiche che si sono verificate rende noto quanto segue. Le associazioni di consumatori , nel corso dela passata amministrazione comunale, avevano messo in piedi un tavolo istituzionale con Gaia spa al fine di istituire e mantenere un dialogo e una sinergia per evitare e ridurre le varie problematiche che con l'arrivo della gestione di Gaia nella nostra citta' si sarebbero verificate.
Preso atto che puntualmente si stanno verificando numerose problematiche di vario genere, la Confconusmaotri conferma che la propria associazione e' a disposizione per offrire consulenza agli associati nella gestione delle varie problematiche che l'utente puo' avere con Gaia, avendo la stessa la possibilita' di una via diretta di contatto con Gaia come deciso nel tavolo istituzionale con le altre associazioni.
La Confconsumatori non e' la prima volta che si occupa in prima linea della questione di Gaia e nel corso di questi anni ha gia' visto risolvere positivamente alcune vertenze legali con Gaia sia per le cosiddette " bollette pazze" che per la richiesta di pagamenti per servizi di depurazione e fognatura per utenze non allacciate.
Nei vari giudizi civili che ne sono scaturiti, si e' sempre trovato un accordo stragiudiziale con Gaia in modo da poter evitare un lugno contenzioso e vedere soddisfatte le esigenze del cittadino.
Inoltre si offre consulenza agli associati per la redazione dei moduli di autocertificazione per usufruire delle tariffe ridotte per reddito ISEE e famiglie numerose, (piu' di tre componenti).
Si invitano pertanto i cittadini a rivolgersi presso lo sportello dell'associazione con sede in via Fermi n. 19 ( di fronte a Liceo scientifico) con i seguenti orari:lun-merc-ven- 9-12 e giov pomeriggio 16-18, tel. 0585488643, e-mail:confconsumatori.ms@libero.it.
La Confconsumatori
Il Presidente , dott. Andrea Ceccopieri



Mancata attuazione del referendum, Confconsumatori inizia la raccolta di adesioni per la causa collettiva

Publiacqua non restituisce gli aumenti del 12% della bolletta annullati dal referendum e la Confconsumatori Prato prepara una nuova battaglia legale. Dopo che anche il Consiglio di Stato ha dato ragione a Comitati e Associazioni, alla Confconsumatori si "affilano le armi" per una nuova causa collettiva a difesa degli utenti di Publiacqua. "Da quando e' stato promulgato l'esito referendario nel luglio 2011, la nostra associazione, unitamente ai Comitati territoriali per l'Acqua Bene Comune - afferma il presidente provinciale Marco Migliorati - ha chiesto ai gestori del servizio idrico di restituire ai cittadini la cosiddetta "remunerazione del capitale investito", che non e' altro che il profitto che i soci privati acquisiscono per gli investimenti programmati negli impianti. Nel nostro caso tuttavia, Publiacqua fino ad oggi non ha mai restituito alcunche' agli utenti, trattenendosi somme di denaro non dovute, dal luglio 2011 fino ad oggi".
La Confconsumatori precisa infatti che la remunerazione del capitale investito ammonta, per gli anni 2011-2012 e detratti gli importi per cauzioni o interessi, a oltre il 12% della bolletta dell'acqua.
"Noi e il Forum dei Movimenti per l'Acqua abbiamo da sempre sostenuto che questa quota dovesse essere decurtata dalle bollette e che Publiacqua dovesse restituire il denaro ai cittadini - continua Migliorati - da alcuni giorni, pertanto, abbiamo organizzato una raccolta di adesioni degli utenti per promuovere una causa collettiva contro il Gestore ed imporgli di restituire quanto ingiustamente prelevato dai cittadini".
La raccolta e' stata organizzata in modo preciso e capillare dalla Confconsumatori: "Gli intestatari delle utenze - precisa il Presidente provinciale - possono portare la copia delle bollette dal luglio 2011 ad oggi, sia presso la nostra sede in viale Montegrappa 120 a Prato nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdi, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, sia al nostro punto informativo del centro commerciali "i Gigli" a Campi Bisenzio mercoledì e il venerdì pomeriggio dalle ore 18.00 alle ore 20.00".
Dopo tre sentenze favorevoli contro Publiacqua, la Confconsumatori punta all'ennesima vittoria legale.
Il Presidente della Confconsumatori di Prato, Marco Migliorati



Dopo la grave decisione dei sindaci dell'ATO 3, vi sara' dura battaglia contro Publiacqua

Lunedì e' stata scritta l'ennesima brutta pagina per la democrazia e la gestione pubblica dell'acqua. A scriverla sono stati purtroppo i Sindaci dell'ATO 3, quelli dei 30 comuni di Firenze, Prato e Pistoia che, infischiandosene dell'esito referendario del giugno 2011 contro la gestione pubblica dell'acqua, hanno riconfermato la dirigenza uscente di Publiacqua, presidente e amministratore delegato compresi. Quelli, per intendersi, che avevano aumentato illecitamente il deposito cauzionale, quelli che avevano portato Publiacqua alla disfatta dinanzi alla magistratura, quelli ancora che si sono "pregiati" di una serie di esposti presso le tutte le Procure della Repubblica dell'Ato 3. Gli artefici insomma del mancato rispetto della volontà del 98% dei cittadini italiani che avevano bocciato la privatizzazione.
La Confconsumatori, da sempre per la gestione pubblica dell'acqua, ritiene che la decisione dei Sindaci sia molto grave e annuncia una rinnovata battaglia legale contro chi ha cosi' colpevolmente violato la volontà dei propri cittadini.
Da qualche settimana, la Confconsumatori sta raccogliendo adesioni per instaurare una serie di cause civili contro Publiacqua al fine di far condannare la società alla restituzione della quota del 13% delle bollette pagate da luglio 2011 fino ad oggi, corrispondente alla remunerazione del capitale privato, abolita pero' dal referendum ma ancora applicata da Publiacqua. "Per tutti coloro che non vogliono arrendersi agli interessi economici di pochi e desiderano ristabilire la legalità violata anche dai Sindaci - annunciano alla Confconsumatori di Prato - lanciamo un appello ad appoggiare le nostre iniziative". I moduli per "riprendersi il maltolto" possono essere firmati presso la sede di viale Montegrappa, 120 il lunedì il mercoledì e il venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Per informazioni al 3804640227.
Informiamo che la Confconsumatori di Prato riaprirà il 7 gennaio 2013. "Non ci arrendiamo ai soprusi"
Il Presidente della Confconsumatori di Prato, Marco Migliorati



Carobollette, nuova battaglia legale contro Publiacqua

Nonostante le tre vittorie in altrettante cause dinanzi a Tribunale e Giudice di Pace, ATO 3 e Publiacqua continuano a violare la legge. Non sono bastate tre sentenze contro il gestore del servizio idrico e il chiaro pronunciamento del Giudice di Pace che ha stabilito che in regime di monopolio non si possono modificare i contratti; i Sindaci dell'Ato 3, in maniera inspiegabile hanno di nuovo modificato il deposito cauzionale chiedendo, seppur in periodo di crisi, ancora più soldi alle famiglie. Come ad esempio la signora M.V. che da un deposito cauzionale inziale di 11, 32 euro si è vista recapitare adesso un deposito cauzionale di 972,90. euro. Ma non e' tutto. "Nonostante il 95% dei cittadini avesse votato per abolire la norma che permette a Publiacqua di ricavare un guadagno sul capitale investito che poi viene scaricato in bolletta - afferma il presidente provinciale Marco Migliorati - il gestore, con il benestare dell'Ato3, ha continuato da luglio del 2011 fino ad oggi a calcolare le bollette dell'acqua tenendo conto della remunerazione del capitale investito, che e' stata cancellato dal referendum". Per questo motivo le federazioni Confconsumatori di Prato e Pistoia sono pronte a sfidare di nuovo Publiacqua, portandola nuovamente davanti alla magistratura.
Adesso la contesa giudiziale, pur riguardando ancora il deposito cauzionale, si sposta sul terreno del mancato rispetto, da parte del gestore, dell'esito referendario del giugno 2011. Nei mesi scorsi abbiamo aiutato il Forum dei movimenti per l'acqua bene comune di Prato, Pistoia e della Valdinievole nella raccolta delle adesioni alla campagna di obbedienza civile e nella detrazione della remunerazione dalla bolletta. Tale aumento era stato calcolato dal Forum in tutto l'ATO 3 (Prato, Firenze e Pistoia) nel 13%. Per questo a luglio la Confconsumatori aveva presentato, insieme al Comitato pratese Acqua Bene Comune un esposto alla Procura della Repubblica.
"Partiamo con i nostri soci per questa ennesima battaglia legale - continua Migliorati -potendo contare su di un pool di avvocati ormai esperti ma soprattutto contiamo sul sostegno di decine di cittadini e delle associazioni che stufi dell'arroganza dei Sindaci dell'Ato3 e di Publiacqua hanno mobilitato e risvegliato il senso civico dei cittadini. Per questo motivo, la Confconsumatori nei prossimi giorni raccoglierà le adesioni di tutti i cittadini che vogliono che il loro voto al referendum sia rispettato. La raccolta delle iscrizioni per richiedere il 13% sulla bolletta e per la restituzione del nuovo deposito cauzionale sarà effettuata presso la sede della Confconsumatori di Prato posta nel viale Montegrappa, 120. I giorni di apertura sono il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
il Presidente della Confconsumatori di Prato Marco Migliorati



Acqua, Confconsumatori ancora contro Publiacqua

Nuova rilevante iniziativa di Confconsumatori Prato contro Publiacqua.
Dopo il trionfo con le tre sentenze favorevoli sul caso dell'aumento del deposito cauzionale, l'Associazione di viale Montegrappa 120 si appresta a entrare ancora in rotta di collisione con il gestore del servizio idrico, questa volta in appoggio al Comitato pratese "Acqua Bene Comune" per la campagna di autoriduzione delle bollette. E si profila una nuova battaglia legale come per il deposito cauzionale, ma questa volta non certo da soli. Da qualche mese, infatti, i Comitati che avevano promosso e condotto la campagna referendaria per la ripubblicizzazione del servizio idrico del giugno 2011 stanno preparando e conducendo una iniziativa in larga scala per ridurre in bolletta i costi pagati dai cittadini per il profitti dei privati, in gergo tecnico, per la "remunerazione del capitale investito". Una montagna di soldi che gli utenti pagano nelle loro bollette perché Publiacqua garantisce ai privati che investono un guadagno del 12-13% e che e' stata oggetto di abrogazione referendaria.
"Nonostante la vittoria al referendum, il gestore continua ad applicare la tariffa calcolando la remunerazione del capitale privato - afferma il presidente provinciale Marco Migliorati - per questo, siamo convinti e orgogliosi di collaborare col Comitato Acqua Bene Comune per raccogliere le adesioni alla campagna di autoriduzione delle bollette, adesione totalmente gratuita per gli utenti.
Con i nostri legali - continua Migliorati -, ormai esperti del settore avendoci già condotto alla vittoria sul deposito cauzionale, stiamo già preparando le azioni legali contro Publiacqua".
Presso la nuova sede della Confconsumatori di viale Montegrappa, 120, ogni lunedì mercoledì e venerdì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 19.00, vi sono dunque a disposizione i moduli per la richiesta di autoriduzione delle bollette
. Ricordo inoltro che presso l'associazione è possibile effettuare il calcolo dell'IMU che scade il 18/06/2012 e quindi si invitano gli interessati a venire nei giorni e negli orari di apertura in tempo utile e non all'ultimo minuto.



Deposito cauzionale, il Tribunale da' ragione a Confconsumatori
(comunicato stampa congiunto delle Federazioni di Prato e Pistoia)

Prato, Pistoia, 16 novembre 2011 - David ha avuto ragione di Golia.
Dopo mesi di polemiche e attacchi a distanza sull'aumento del deposito cauzionale del servizio idrico, Publiacqua esce perdente dallo scontro con Confconsumatori.
A decretare la sconfitta di Publiacqua e' stato il Tribunale di Prato che, su ricorso di 25 cittadini assistiti da Confconsumatori Prato, ha accolto le tesi sostenute dall'Associazione di via Giordano che si era opposta, unica in Toscana, all'aumento del deposito cauzionale deciso nei primi mesi dell'anno da Publiacqua.
I 25 soci della Confconsumatori che hanno sfidato e sconfitto il colosso della gestione dell'acqua nelle province di Prato Firenze e Pistoia erano difesi dagli avvocati Alessandro Fagni e Daniele Nicolin del Foro di Pistoia. Nella causa era intervenuta ad adiuvandum anche la Federazione Regionale della Confconsumatori della Toscana.
I 25 "ribelli" - come li aveva definiti la stampa - il cui coraggio ha creato un precedente importante nel panorama delle tariffe dell'acqua e che rischia adesso di mettere in grossa crisi Publiacqua e il nuovo intervento dell'ATO sul deposito cauzionale. Confconsumatori aveva sostenuto infatti fin dall'inizio, che l'aumento del deposito fosse illegittimo in quanto ogni modifica del regolamento del servizio idrico - paragonato dai suoi legali alle condizioni generali di un qualsiasi contratto - non avrebbe potuto essere compiuto senza il consenso degli stessi destinatari del servizio, ovvero di coloro che avevano già in essere una fornitura di acqua. Secondo l'Associazione dunque l'aumento della cauzione poteva essere applicato solo ai nuovi utenti e non a tutti come era avvenuto, con aumenti che in media in bolletta erano stati di circa 250 euro a famiglia. Questa posizione era stata poi confermata dagli stessi Sindaci che, in una riunione dell'ATO, avevano richiamato ufficialmente Publiacqua, tanto che, subito dopo, visto il diniego della società e le dichiarazioni battagliere del presidente De Angelis, le federazioni di Prato e Pistoia della Confconsumatori avevano presentato due esposti alle rispettive Procure e avviato una causa pilota presso il Tribunale di Prato.
"Oltretutto - afferma il presidente provinciale Confconsumatori Prato Marco Migliorati - i nostri giusti consigli di non pagare in bolletta l'aumento del deposito ma solo i consumi, sono stati seguiti da ben 11mila famiglie, per un totale di oltre 40mila cittadini. Siamo orgogliosi, oltre che della vittoria in tribunale, di aver fatto risparmiare cosi' tanti soldi ai consumatori, soprattutto in un momento di grave crisi economica come questo".
Nel ricorso presentato a febbraio presso il Tribunale di Prato e trattato dal giudice Guida, i legali della Confconsumatori avevano anche sostenuto che la fornitura di acqua risulta essere un servizio di prima necessita' che non può essere sospeso. Per questo, di fronte alle minacce di Publiacqua di tagliare l'acqua, Confconsumatori aveva agito chiedendo chiedendo per i propri associati un provvedimento d'urgenza. All'udienza, tenutasi a luglio scorso, il Giudice aveva preso atto della modifica del deposito cauzionale intervenuta ulteriormente e della marcia indietro di Publiacqua sull'interruzione del servizio idrico, dichiarando cessata la materia del contendere. Ma ha emesso un'ordinanza in cui, ritenendo fondata l'azione di Confconsumatori e la sua posizione, ha condannato Publiacqua al rimborso delle spese legali.
"Non si tratta solo di un precedente importante in punto di diritto - aggiunge Stefano Ragionieri presidente provinciale di Confconsumatori Pistoia - ma di una vera e propria sconfitta anche "politica" della dirigenza di Publiacqua che si e' intestardita nel difendere una posizione illogica che colpiva ingiustamente i cittadini. A questo punto, i Sindaci dovrebbero valutare l'opportunità di mantenere ai vertici della società dirigenti cosi' poco competenti"
La decisione del Tribunale di Prato sara' importante anche in vista di altri due giudizi che, presso i Giudici di Pace di Prato e Pistoia, vedono opposti ancora a Publiacqua una ventina di utenti, assistiti dalla Conconsumatori che si erano rifiutati di pagare l'aumento del deposito cauzionale.
La Confconsumatori può essere contattata al numero 380.4640227 o via mail all'indirizzo, confconsumatoripo@libero.it,



Confconsumatori parte civile contro ATO a Messina

Messina, 23 giugno 2011 - Confconsumatori, rappresentata in giudizio dall'avv. Gabriella Genovese, è stata ammessa parte civile dal Giudice monocratico del Tribunale di Barcellona P.G. nel procedimento penale che vede imputati tre ex componenti del consiglio di amministrazione assieme al collegio sindacale dell'ATO ME 2 SPA per il reato di falso in bilancio e false comunicazioni sociali in relazione al bilancio di esercizio dell'anno 2007. Confconsumatori, che si è spesso occupata delle la problematiche nascenti dai rapporti tra le Società d'Ambito ed i consumatori, ha ritenuto di dover intervenire su una questione che riguarda appunto tutti i cittadini. Infatti, il reato di cui sono imputati i componenti del CdA e del collegio sindacale dell'ATO lascia intravedere una chiara responsabilità nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, contribuendo all' incremento degli importi delle bollette ed alle disfunzioni spesso lamentate dagli utenti nella raccolta dei rifiuti. "Si tratta di una importante risultato - dichiara soddisfatto il Presidente della Federazione Provinciale di Messina, Avv. Fulvio Capria - che consentirà a Confconsumatori di intensificare e rendere più incisiva la propria battaglia a favore dei cittadini volta ad assicurare il rispetto, da parte dei soggetti responsabili, di un servizio efficiente di raccolta dei rifiuti con una gestione equilibrata e corretta della stessa".



Referendum sull'acqua: il cittadino puo' far sentire finalmente la sua voce (si può votare anche solo per alcuni quesiti senza ritirare altre schede)


Grosseto, 7.6.2011 - L'Appuntamento di domenica e lunedì prossimi è IMMANCABILE per i cittadini consumatori ed utenti alla prese con servizi idrici sempre peggiori, costosi e assolutamente incontrollati. Innanzitutto a livello generale è bene ricordare che l'elettore può votare per alcuni quesiti e non ritirare la scheda per altri quesiti referendari, così da non partecipare al voto. Pertanto essendo di stretta tematica consumeristica, la Confconsumatori toscana, associazione da sempre distante dalla poltica, dai partiti politici, dalle categorie economiche, INVITA i cittadini a votare per i due referendum per l'abrogazione del Decreto Ronchi e sue modifiche quindi INVITA A RITIRARE LE SCHEDE DI COLORE ROSSO E GIALLO. I quesiti referendari sulla finta privatizzazione dell'acqua sono l'occasione per ricordare alla politica che i cittadini non possono subire inermi le scelte dei politici e non possono essere privati, senza la facoltà di parola e di controllo, sul diritto all'acqua potabile. La riforma dei servizi pubblici, in particolare dell'acqua, è stata fatta ad uso e consumo degli enti pubblici e privati interessati senza assolutamente ricercare gli interessi dei cittadini, consumatori ed utenti del servizio. Quello dei referendum abrogativi sull'acqua non è una battaglia politica o partitica ma una battaglia civica per la tutela dei diritti "reali" di tutta la cittadinanza.
Il Presidente, Marco Festelli



Confconsumatori favorevole ai due quesiti referendari sull'acqua


Grosseto, 10.05.2011 - Il fallimento della pseudo privatizzazione dell'Acqua è sotto gli occhi di tutti. Con un sistema privato e società a prevalente capitale pubblico l'Italia ha soltanto assommato i difetti del privato ed i difetti del pubblico. Un sistema privato impone una forte autorità regolatoria ed un controllo pressante su chi gestisce ed eroga un servizio pubblico di particolare anzi vitale importanza. Al contrario coloro che dovrebbero assegnare il servizio e controllarne l'andamento sono anche i proprietari del soggetto controllato. Il tutto sembra in sostanza aver soltanto allontanato i cittadini dalla possibilità di controllare e censurare chi fornisce il servizio idrico, una volta i primi cittadini, adesso invece è tutto rarefatto tra conferenza dei sindaci, autorità d'ambito, Regioni, società di gestione, soci privati e pubblici delle società. Il servizio peggiora ed i cittadini non sanno neanche con chi in realtà prendersela. Oltre tutto l'acqua è un bene naturale pubblico che deve restare tale perché è la base della vita umana e come tale non dovrebbe, almeno filosoficamente, essere affidata ad un solo soggetto e ben che mai affidata ad un solo soggetto senza un controllo pressante ed effettivo da parte dei cittadini. Per questi motivi la Confconsumatori di Grosseto prende ufficialmente posizione invitando tutta la cittadinanza non solo a recarsi alle urne per i referendum del 12 giugno ma anche per due decisi "si" ai quesiti referendari che riguardano il servizio idrico.
Il Presidente, Marco Festelli



Deposito cauzionale, depositato in Tribunale il ricorso contro Publiacqua


Prato, 22 febbraio 2011 - "L'avevamo promesso e abbiamo mantenuto l'impegno: dopo l'esposto in Procura, i nostri legali hanno depositato al Tribunale Civile di Prato il ricorso d'urgenza contro Publiacqua per impedire che il gestore disattivi le forniture di acqua come ha più volte minacciato, agli utenti che si sono rifiutati di pagare l'aumento del deposito cauzionale" afferma il presidente provinciale Marco Migliorati. Chi si aspettava che le parole spese in questi mesi dalla nostra associazione fossero solo annuncia per farsi un po' di pubblicità, si deve ricredere perchè, come accaduto per i casi Bond Argentina e titoli Cirio, la Confconsumatori intende andare fino in fondo anche nella questione dell'aumento del deposito cauzionale preteso da Publiacqua. Confconsumatori Prato informa, infatti, che nei giorni scorsi, 25 utenti di Publiacqua, assistiti dagli avvocati Daniele Nicolin e Alessandro Fagni, si sono rivolti al Tribunale di Prato chiedendo, con un ricorso d'urgenza di circa 30 pagine, che la stessa Autorità Giudiziaria inibisca al gestore la disattivazione della somministrazione di acqua potabile per coloro che non hanno accettato di pagare l'ennesimo balzello. "Si tratta di 25 persone intestatarie di altrettanti contratti di utenza - continua Migliorati - che, per prime, si erano rivolte alla Confconsumatori di Prato per farsi assistere ed alle quali avevamo consigliato di corrispondere soltanto le somme dovute per i consumi e per il vecchio deposito cauzionale, evitando però di corrispondere le centinaia di euro richieste da Publiacqua per l'aumento del deposito". Molti i motivi di opposizione alle richieste del gestore illustrate nel ricorso, dalla impossibilità di applicare le modifiche del Regolamento ai vecchi utenti, alla vessatorietà delle clausole che consentono, da un lato la modifica unilaterale delle stesse clausole del contratto, dall'altro lato della possibilità di sospendere il servizio per morosità, fino alla ingiustizia del distacco della fornitura trattandosi di bene primario (l'acqua potabile) costituzionalmente garantito. Adesso, spiegano i legali di Confconsumatori, il Tribunale, entro pochi giorni fisserà l'udienza di discussione per decidere se Publiacqua possa o meno sospendere la fornitura. "Ciò che vorrei far notare è la coerenza di Confconsumatori che sta portando avanti tutte le iniziative annunciate. A questo proposito, da oggi, inizieremo a raccogliere le adesioni anche per coloro che hanno scelto di pagare l'aumento del deposito ma che vogliono ottenere il rimborso di quanto indebitamente versato. Invito tutti gli interessati a contattare la nostra sede provinciale". La Confconsumatori può essere contattata al numero 3804640227 o via mail all'indirizzo, confconsumatoripo@libero.it,



Publiacqua: la battaglia di Confconsumatori contro l'aumento del deposito cauzionale


Prato,03/12/2010 - Nell'intenso dibattito suscitato dall'iniziativa di Publiacqua che vuole aumentare il deposito cauzionale a chi non accetta la domiciliazione bancaria della bolletta, Confconsumatori ha fin da subito preso posizione contro tale iniziativa. Da sempre contro la privatizzazione del servizio idrico, Confconsumatori si è posta principalmente però il problema, studiandolo con i suoi legali, di come muoversi concretamente contro tale proposta e cosa consigliare ai cittadini che si vedranno aumentare il deposito. "Abbiamo sempre cercato un approccio pratico ai problemi - afferma il presidente provinciale Marco Migliorati - e così, per rispondere ai tantissimi consumatori che ci hanno contattato, nonché per rispondere a tutti i presenti all'assemblea pubblica contro la privatizzazione dell'acqua svoltasi il 1 dicembre presso il Circolo Arci "La Libertà del 1945" in loc. Viaccia - vogliamo precisare che l'entità del deposito cauzionale è frutto di una norma di natura contrattuale. Pertanto, se Publiacqua vuole modificare il deposito aumentandolo, deve modificare il regolamento del servizio idrico che equivale a modificare le condizioni generali di contratto". "L'aumento - continua Migliorati - dovrebbe essere approvato con una nuova approvazione del regolamento, non potendo il gestore (che è monopolista) introdurlo per i contratti già esistenti". Mentre quindi, per i nuovi contratti, il gestore può liberamente prevedere il deposito (come avviene per telecom, gas e altri servizi) di una cauzione se la bolletta non è canalizzata in banca, per i vecchi contratti (che sono la stragrande maggioranza), tale possibilità sarà preclusa. "Ai consumatori pratesi consigliamo quindi di pagare la bolletta (dove è previsto l'aumento del deposito cauzionale) solo nella parte dovuta ai consumi, non pagando l'importo relativo all'aumento del deposito stesso che Publiacqua vuole imporre. Attenzione però, il parziale pagamento - conclude Migliorati - dovrà essere accompagnato da una lettera inviata a Publiacqua con cui si contesta l'aumento del deposito cauzionale". A tal proposito, la Confconsumatori ha predisposto un modello di lettera che potrà essere a disposizione degli associati della Confconsumatori recandosi presso la nostra sede posta a Prato in via U. Giordano, 12.
La Confconsumatori di Prato è aperta ogni lunedì e venerdì pomeriggio dalle ore 16,00 fino alle ore 19,00 in via U. Giordano,12 e può essere contattata al numero 380/4640227 o via mail all'indirizzo, confconsumatori.po@libero.it



Deposito cauzionale di 40 euro, perche' il silenzio dell'Ato 6 ombrone


Grosseto, 28.9.2009 - Dopo le autorevoli richieste di revoca del deposito cauzionale da parte di tanti sindaci e consigli comunali la volontà manifestata si deve tradurre in un atto amministrativo ben preciso ovvero la revoca della precedente delibera.
Ad oggi sull'argomento pare calato il silenzio ma così non deve essere in quanto la delibera è ancora efficace ed esecutiva tant'è che l'Acquedotto del Fiora ha già preannunciato (con le ultime fatture inviate) a molti utenti che nella prossima fatturazione addebiterà i 40,00 euro a coloro che non hanno canalizzato l'utenza in Banca.
Detto questo è bene ricordare agli organi dell'Ato 6 che hanno ricevuto da parte della Confconsumatori una precisa diffida, preavviso di azione inibitoria ex articolo 140 codice del consumo, con la quale l'ente è stato invitato alla modifica dell'articolo 61 del regolamento contrattuale che prevede l'applicazione delle nuove condizioni contrattuali anche ai contratti già perfezionatisi con una modifica unilaterale ed iniqua delle condizioni di contratto. Tra l'altro, giova ripetere, la scelta dei 40 euro non coprirebbe certo le necessità finanziarie dell'ente in quanto molti utenti, anche dopo l'addebito dei 40 euro, potrebbero canalizzare le fatture con conseguente immediata restituzione da parte del Fiora ed inoltre si tratta di un deposito cauzionale (di somme che appartengono ad altri quindi in sostanza un debito futuro per la società) che non può essere offerto a garanzia di prestiti bancari; somma che poi non avrebbe alcuna utilità per combattere le presunte morosità lamentate dal Fiora.
A maggior ragione quindi la Confconsumatori chiede che l'assemblea dei sindaci dell'Ato si riunisca ed approfondisca i rilievi giuridici ed economici sulla quale è stata chiamata ad esprimersi non solo appunto dalla Confconsumatori ma anche da tutta la società civile ed in generale dalla stragrande maggioranza dei cittadini. E' di tutta evidenza che questa pagina ha messo a nudo una seria ben più ampia di problematiche sull'attuale assetto del servizio idrico.
Infatti si appalesa il reale conflitto di interesse tra i controllori (sindaci) ed il controllato, società per azioni a maggioranza capitale pubblico (sempre i sindaci), un rapporto utente/gestore dove l'utente è ancor più (anche rispetto al precedente sistema affidato ai comuni) suddito e non cliente non potendo negoziare condizioni contrattuali nonostante un monopolio formalmente privato, l'assoluta impossibilità per gli utenti e loro associazioni rappresentative di vigilare sulla formazione della tariffa e sulla congruità/attinenza dei costi esposti e sostenuti dal gestore, l'impossibilità per gli utenti di vigilare sul piano d'ambito e sul rispetto degli impegni assunti col contratto di servizio da parte del gestore nonché impedirne la modifica in quanto non è la prima volta che il Fiora rinegozia le condizioni del servizio (pur avendo ottenuto un affidamento senza gara d'appalto), vieppiù che essendo una vecchio contratto questo sfugge anche al controllo delle associazioni di consumatori, secondo l'articolo 2 comma 461 legge finanziaria 2007, che impone la fissazione di standard di qualità determinato col concorso delle associazione e soprattutto la verifica della qualità da parte delle associazioni con costi economici a carico del gestore.
Ad avviso della Confconsumatori, prima ancora del Parlamento nazionale, quanto meno sulla fase della regolazione e controllo del servizio il Consiglio Regionale, l'autorità d'ambito ed i Sindaci potrebbero, anzi dovrebbero, prendere spunto dalla vicenda per approfondire le tematiche incentrando le funzioni di controllo e regolazione sugli utenti anziché sugli azionisti della società pubblica (comuni).
Il Presidente, Marco Festelli



Balzello da 40 euro: la Confconsumatori invita l'Ato 6 a revocare la delibera


Grosseto, 19.8.2009 - La Confconsumatori Toscana (trattandosi di questione sicuramente non solo grossetana ma che riguarda anche tutta la provincia senese) preso atto del contenuto della deliberazione n. 5 del 6.3.2009 da parte dell'Ato 6 Ombrone, invita il medesimo ente a voler immediatamente revocare la propria decisione.
Trattandosi di un deposito cauzionale (che logicamente e normalmente viene versato al momento della stipula del contratto allorquando l'utente viene informato dei costi del servizio quindi dell'esistenza di un deposito cauzionale e per effetto della possibilità di non versare il deposito addebitando le fatture su Banca) questo non può essere applicato retroattivamente ai contratti già stipulati.
Semmai la nuova voce di spesa per le famiglie grossetane e senesi potrà essere prevista solo per i nuovi contratti.
Oltre alla diffida pubblica la Confconsumatori annuncia che invierà una diffida ex articolo 140 codice del consumo sia all'Ato 6 che all'Acquedotto del Fiora s.p.a. denunciando l'ubisività e l'iniquità del nuovo articolo 61 bis del regolamento del servizio idrico integrato, riservandosi così anche l'azione inibitoria prevista per le associazioni dei consumatori a tutela di tutti i cittadini/utenti.
Detto questo, sotto il profilo del merito è bene osservare che un deposito cauzionale, ormai non richiesto quasi da alcun gestore di servizio pubblico (almeno non richiesto da molti gestori che agiscono in regime di concorrenza), di soli 40,00 euro non può essere un valido rimedio contro la morosità degli utenti, quindi il rastrellamento della somma ha finalità ben diverse. Oltre tutto nel corso di una riunione con i vertici dell'Acquedotto del Fiora, tenuta un anno fa circa, parlando del fenomento morosità gli organi societari lamentarono una percentuale di morosi tutto sommato in linea con gli altri gestori della toscana.
Quello che impressiona sono le parole, riportate dalla stampa, dei vertici dell'ATO 6 che fanno emergere chiaramente una distorta finalità dell'Autorità d'Ambito, la cui finalità dovrebbe essere quella di tutelare gli utenti del servizio idrico alle prese con un monopolista privato e con nessuna autonomia contrattuale.Così come avviene per tutte le autorità indipendenti nazionali.
La problematica però non è solo locale ma nazionale in quanto Confconsumatori ritene che il sistema di privatizzazione dell'acqua sia sostanzialmente fallimentare, non offra garanzie per gli utenti, abbia aumentato oltre modo le tariffe senza alcun controllo dei cittadini/utenti e senza la possibilità di questi di scegliersi il proprio venditore d'acqua. L'Autorità di controllo assegnata ai Comuni che sono anche, di norma (almeno in Toscana) proprietari/azionisti della società di gestione, ha creato un sistema in cui il controllato è anche controllore. Allontanando la gestione dai cittadini.
In aggiunta nessuno dei protagonisti ha il coraggio di dire che la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il pagamento del canone di depurazione ove il depuratore non c'è ha chiaramente fatto riferimento al corrispettivo di un servizio, sicchè tutta l'architettura della legge Galli nella determinazione delle tariffe sta vacillando, e sicuramente vacillerà, perché l'utente non può farsi carico - o meglio la tariffa non può essere composta da voci diverse dal costo del servizio- di manutenzione straordinaria delle rete, dalle perdite della rete, da interventi di estensione della rete. Se di servizio privato si tratta questo deve essere totalmente privato e saranno lo Stato ed i Comuni, così come avviente per il gas, a farsi carico della rete.
Allora la Confconsumatori non può che chiedere in questa fase, onde evitare che la questione approdi nelle aule di giustizia o meglio che addirittura intasi le aule dei Giudici di Pace in quanto ogni utente potrà rivolgersi per contestare la prossima fattura dell'Acquedotto del Fiora, che l'Autorità d'Ambito ripensi alla propria decisione e la revochi, auspicando che tale soggetto- così come avviene con tutte le autorità di controllo- apra una fase nuova di rapporti e reciproca, preventiva, consultazione con le associazioni rappresentative dei cittadini.
Sotto il profilo generale la Confconsumatori è ormai decisamente convinta che il servizio idrico debba ripassare totalmente sotto il controllo pubblico, anche per quanto riguarda la gestione, così da rendere i cittadini veri controllori di eventuali sprechi e delle modalità con le quali il servizio viene offerto.
Il Presidente, Marco Festelli



Confconsumatori Siena informa: depurazione acqua


Sul nuovo balzello del servizio idrico, le parole dell'Ato 6 non ci convincono.

Grosseto, 27.7.2009 - Assolutamente poco convincenti sono le dichiarazioni del Presidente dell'Ato 6, Moreno Periccioli, di questi giorni secondo le quali il balzello da 40,00 euro è dovuto alla necessità di tutelare l'Acquedotto del Fiora. Innanzitutto Confconsumatori ha chiesto, la settimana scorsa via fax all'Autorità, copia della delibera in oggetto. Detto questo e riservato ogni approfondimento tecnico giuridicio, non condividiamo il senso che l'Autorità d'ambito sta dando al proprio ruolo istituzionale. Le Autorità di controllo non dovrebbero tutelare i gestori quanto gli utenti che, soprattuto nel settore idrico, hanno a che fare con un monopolista privato (almeno formalmente privato) e non hanno alcuna autonomia negoziale o contrattuale. E' bene poi ricordare che ci sono diverse tipologie di servizi pubblici, come la telefonia, l'energia ed il gas, per i quali non tutti i venditori chiedono un deposito cauzionale nel caso in cui l'utente non domicili le fatture sul proprio conto corrente.
Ad ogni buon conto Confconsumatori si auspica che la modifica tariffaria, o meglio la nuova voce tariffaria, venga applicata ai soli nuovi contratti poiché se fosse obbligatoria indistintamente, anche per i vecchi contraenti, sarebbe con molta probabilità illegittima, perché costituirebbe una sostanziale modifica unilaterale del contratto (che tra l'altro non riguarda il costo del servizio in quanto si parlerebbe di un deposito cauzionale) che l'ordinamento non prevede.
Attendiamo appunto di leggere i documenti anche in considerazione del fatto che l'Autorità Ato 6 non ha il costume, al contrario di quanto avviene con Autorità indipendenti di valenza nazionale, di anticipare le sue decisioni e di discuterle preventivamente con le associazioni dei consumatori. Comunque le motivazioni addotte dal Presidente Periccioli e la filosofia di fondo non ci convincono affatto perché sono ispirate al principio del cittadino/consumatore suddito.
Il Presidente, Marco Festelli



Confconsumatori Siena informa: depurazione acqua


Cara acqua... ma quanto mi costi! Finalmente il consumatore-cittadino italiano può dichiarare di essere maggiormente tutelato nei confronti del caro-acqua grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione (n. 335/2008). Nelle nostre bollette relative all'utilizzo dei servizi idrici troviamo infatti un corrispettivo da pagare relativo al servizio di depurazione acque fornito dall'ente. La cosa assolutamente anomala è che, fino all'emissione di questa sentenza, tale corrispettivo veniva richiesto dal gestore del servizio anche nel caso che l'impianto di depurazione delle acque non fosse presente o fosse temporaneamente fuori utilizzo. In poche parole il cittadino si poteva trovare nella spiacevole situazione di pagare un servizio senza poterne usufruire in alcun modo. Come se non bastasse, i corrispettivi pagati "a vuoto" sono assoggettati ad iva del 10%, non dovuta invece sui tributi e quindi nemmeno sui canoni fiscali. La Corte di Cassazione, su iniziativa del giudice di pace di Gragnano (Napoli), ha quindi radiato la disposizione di legge che prevedeva che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti "anche se la fognatura è sprovvista di impianti di depurazione o se questi sono inattivi". Ne deriva che dal 11 ottobre scorso non sono tenuti al pagamento del canone di depurazione tutti coloro le cui acque di rifiuto non vengono depurate. ConfConsumatori Siena informa che coloro che hanno comunque pagato tale canone dopo il 10 ottobre 2008 (non essendo invece tenuti al pagamento), hanno diritto al rimborso. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla ConfConsumatori Siena, viale Curtatone 12, tel. 331 8823533 o inviare una mail a confconsumatori.si@libero.it.
Francesco Scarpetti

 
 
 
 
www.confconsumatoritoscana.it