Risparmiatore non cade nella truffa sms ma viene frodato di 5mila euro. Per l’Arbitro bancario va rimborsato: "Manca la prova dell’utilizzo delle password"


Firenze, 28 settembre 2023 – Un fiorentino si era visto addebitare quasi 5.000 euro sulla propria carta, nonostante non fosse caduto nell’inganno degli sms truffaldini. L’Abf (Arbitro bancario finanziario) ha disposto che la banca debba rimborsarlo perché manca la prova che le operazioni fossero state svolte con l’utilizzo dell’autenticazione a due fattori.
IL CASO – Il risparmiatore che si è rivolto allo sportello fiorentino di Confconsumatori aveva ricevuto nel settembre 2022 decine di sms truffaldini con il sistema dello “spoofing” che lo avvisavano di un utilizzo anomalo della carta, ma non era caduto nel tranello e non aveva cliccato sul link contenuto nel messaggio. Il correntista, per la verità, non aveva mai neppure attivato il sistema di controllo online della carta né l’utilizzo in via elettronica, gestendola in modo tradizionale con gli estratti conto cartacei. Il giorno seguente invece aveva ricevuto un messaggio che lo informava di una mancata autorizzazione per circa 2.500 euro: aveva contattato la banca, facendo bloccare la carta, e si era accorto che in quella giornata erano stati disposti pagamenti per circa 5.000 euro. Alla contestazione degli addebiti, la Banca aveva sostenuto che si trattasse di operazioni regolari, in quanto autorizzate mediante riconoscimento biometrico attivato sul cellulare. A quel punto il risparmiatore si è rivolto alla sede fiorentina di Confconsumatori e con gli esperti dell’associazione ha attivato la procedura di arbitrato dinanzi alla Banca d’Italia.
LA DECISIONE – Con lodo del 2 settembre 2023, l’Arbitro bancario ha riconosciuto che la società emittente della carta non ha provato che le operazioni erano state svolte con l’utilizzo dell’autenticazione a 2 fattori conosciuti dall’utente, cioè non era provata l’esistenza di una password prestabilita o di una password temporanea. Per il consumatore la vicenda si è risolta positivamente, perché ha recuperato il denaro, ma la vicenda apre altri interrogativi sulla sicurezza informatica degli strumenti di pagamento perché i malviventi sono riusciti comunque ad utilizzare una carta sprovvista di otp/password e di abilitazione alle operazioni online.
LA TUTELA – I cittadini alle prese con casi simili possono rivolgersi alla sede Confconsumatori di Firenze, in via Modena 23, per contrastare abusi oppure prevenirli, ricevendo comunque un’adeguata informazione in materia. «Perché la funzione di Confconsumatori – ricordano dall’associazione – non è solo quella di curare ma anche prevenire le truffe attraverso la formazione dei cittadini-consumatori».
Lo sportello di Firenze è contattabile nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì con orario 9-13 e 14.30-17.30 (telefono: 055 585564; email: firenze@confconsumatori.it).



Criptovalute: aperte inchieste per frode nei confronti di The Rock Trading


Parma, 8 marzo 2023 – L’allarme è scattato intorno al 21 febbraio, quando The Rock Trading – nota piattaforma exchange di bitcoin e criptovalute – ha comunicato ai propri utenti che era possibile accedere agli account personali unicamente “in modalità sola lettura, per consultare il proprio saldo, la lista movimentazioni e per il download dei relativi report”. Dunque, per i clienti della piattaforma diventava impossibile prelevare le proprie somme. L’annuncio ha subito fatto tremare gli oltre 30 mila risparmiatori stimati tra i clienti di The Rock Trading, che temono giustamente per le sorti dei propri investimenti, e ha spinto le Procure di Milano e di Firenze ad aprire due inchieste per chiarire la vicenda.
L’INDAGINE – Nei giorni scorsi le Procure della Repubblica di Milano e di Firenze hanno avviato un’indagine nei confronti dei vertici della società, che risultano indagati per appropriazione indebita e truffa, in seguito delle denunce pervenute dai clienti che hanno lamentato l’interruzione dell’operatività della piattaforma e la conseguente impossibilità di accedere ai propri asset digitali per compiere operazioni di prelievo. Al momento è noto che The Rock Trading è stata titolare di un conto corrente d’appoggio aperto presso un istituto di credito italiano fino a quando quest’ultimo, ai primi di febbraio 2023 ne ha chiesto la chiusura, determinando lo spostamento del conto corrente d’appoggio verso un istituto di credito inglese.
PRONTI AD ASSISTERE – “Confconsumatori ha già avuto modo di assistere cittadini vittime di truffe e che hanno visto sfumare ingiustamente i propri investimenti – si veda ad esempio la nostra campagna “risparmio tradito”. Siamo pronti fin da queste prime fasi di indagini ad accogliere le richieste di informazioni dei tanti risparmiatori coinvolti”, commenta l’avvocato Grazia Ferdenzi, esperta del settore bancario di Confconsumatori. In particolare l’Associazione, pur invitando i risparmiatori alla calma e a non compiere passi avventati, sta fin da ora cercando di individuare gli elementi critici e gli eventuali profili di responsabilità di ogni soggetto coinvolto nella vicenda che, come ricorda invece l’avvocato Luca Baj, esperto di diritto penale dell’Associazione, “risulta di particolare complessità anche in ragione del fatto che il settore delle cripto-attività è ancora in larga parte privo di regolamentazione giuridica, seppur vi siano in corso lavori per definire regole e controlli a livello europeo ed internazionale”.
ACQUISIRE LA DOCUMENTAZIONE – In questo scenario, Confconsumatori, prima di intraprendere qualsiasi azione ulteriore, sia da un punto di vista penalistico – in attesa dell’esito dell’indagine penale appena iniziata – sia sotto il profilo civilistico della responsabilità della piattaforma di criptovalute – attualmente resasi inadempiente rispetto alle obbligazioni assunte verso i risparmiatori –, e considerando inoltre l’eventualità di individuare una responsabilità anche da parte degli istituti di credito di appoggio, suggerisce agli interessati di acquisire tutta documentazione utile a dimostrare il rapporto in corso tra risparmiatore e The Rock Trading (come ad esempio conferma di registrazione alla piattaforma; ogni dato di riferimento del singolo account; proprio saldo; la lista movimentazioni; download dei relativi report, etc.).
Secondo Confconsumatori, in generale, per l’individuazione di un’eventuale responsabilità degli istituti di credito di appoggio sarà da considerare come tutte le cripto-attività, per loro propria natura, siano molto rischiose: dunque ogni istituto dovrà dimostrare di aver posto particolare attenzione nell’informare la clientela circa i pericoli sottesi a queste operazioni.
“In quest’occasione invitiamo di nuovo i cittadini a stare in guardia dalle criptovalute: si tratta di investimenti altamente rischiosi, poco regolamentati e spesso incontrollabili: una vera e propria scommessa”, ricorda il presidente di Confconsumatori Marco Festelli. “Non si tratta di una moneta reale, e non è certamente uno strumento destinato al consumatore/risparmiatore medio”.
Per informazioni e assistenza è possibile rivolgersi alle sedi di Confconsumatori elencate a questo indirizzo:
https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/



Fallimento FTX: cosa insegna ai risparmiatori.


Parma, 22 novembre 2022 – Dopo il crack della piattaforma di criptovalute, l’exchange crypto Ftx, occorre che i consumatori interessati a questo tipo di investimenti siano consapevoli dei rischi e adottino alcuni accorgimenti per proteggere il più possibile il proprio portafoglio virtuale. Ecco il commento e i consigli dell’avvocato Antonio Pinto, esperto di Confconsumatori.
BOMBE A OROLOGERIA - I numeri fotografano uno dei più grandi disastri finanziari della finanza mondiale. Circa un milione di investitori che hanno perso oltre 30 miliardi di euro e, solo in Italia, vi sarebbero oltre centomila creditori. La piattaforma di criptovalute, l’exchange crypto FTX, ha chiesto negli Stati Uniti di essere ammessa al Chapter 11, ossia alla bancarotta assistita. Arriva dopo tanti altri crack, come ad esempio MTGox, l’exchange giapponese di cryptovalute, la stablecoin Terra-Luna e vari altri. FTX era la seconda piattaforma di scambio di valute digitali al mondo (per volumi), e questo è la prova che i criptoasset poggiano su basi davvero molto fragili. L’economista Nouriel Roubini non a caso ha definito società come FTX “una bomba a orologeria” che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. Banca d’Italia e Consob ripetutamente hanno segnalato ai risparmiatori i gravissimi rischi di questo segmento di mercato virtuale.
MERCATI NON REGOLAMENTATI - Il “fallimento” della piattaforma di criptovalute, l’exchange Ftx, ci insegna che i risparmiatori dovrebbero usare enorme cautela se proprio decidono di investire denaro in queste piattaforme, poiché si tratta di mercati non regolamentati, senza nessuna tutela per i risparmiatori. In attesa della nuova normativa Ue che arriverà con il regolamento Mica, la compravendita di criptovalute è una giungla senza regole e senza difese effettive. In Italia è obbligatorio da luglio un registro per le società attive nell’intermediazione di valute digitali, gestito dall’Oam, l’organismo di agenti e mediatori. Tuttavia, non si tratta di un sistema autorizzativo, ma di una semplice registrazione ai fini dell’antiriciclaggio. L’attività di trading di questo tipo di criptoasset al momento, infatti, non è soggetta ad autorizzazione. Si deve tenere conto che nella finanza tradizionale i soggetti almeno sono vigilati e sottoposti a stringenti regole, mentre nel settore dei bitcoin ed analoghi asset, non trovano applicazione le regole di condotta e i presidi a tutela di investitori o depositanti.
CHIAVETTE PER I SOLDI VIRTUALI - Per chi vuole proprio “investire” in questi prodotti è meglio non lasciare i soldi virtuali in un “portafoglio” messo a disposizione dalla piattaforma (exchange). Sono infatti piattaforme virtuali private, non regolamentate, dove spesso si sono verificati, oltre ai fallimenti, anche problemi legati a furti ed hackeraggi. In linea di principio sono società che non offrono garanzie e non sono assicurate, con il rischio potenziale di poter perdere tutti i soldi depositati. Meglio usare la chiavetta Usb: vale a dire su un supporto non connesso a Internet, e quindi non soggetto a furti da parte di hacker o ad altre variabili. Unica avvertenza: occorre non perdere la chiavetta, altrimenti i soldi virtuali non sono più recuperabili. In gergo si chiama cold wallet, al contrario degli hot wallet che si trovano sul pc o sullo smartphone.
I RISPARMIATORI TRADITI - Per quanto riguarda cosa fare in concreto per i risparmiatori traditi per adesso occorre studiare e approfondire se davvero esiste un percorso che possa dare qualche realistica possibilità di recupero, tenendo conto che FTX aveva sede nel Delaware ed è lì che si è aperta la procedura. Ad esempio, anche per l’insinuazione al passivo vi è il problema dei costi, da rapportare a quanto potrà esser effettivamente recuperato da eventuali attivi che si dovranno recuperare. I risparmiatori interessati a ricevere aggiornamenti sul tema possono contattare le sedi di Confconsumatori: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/



Carte revolving e tassi di interessi, per l’ABF il pagamento degli interessi mensilmente e’ illegittimo.


Grosseto, 30 giugno 2022 – Con la decisione 8.4.2022 il Collegio di Napoli dell’Arbitro Bancario e Finanziario ha per la prima volta statuito che la natura delle carte revolving, con credito rotativo, è sostanzialmente assimilabile allo scoperto di conto corrente.
Conseguentemente i pagamenti mensili che il consumatore esegue in favore della finanziaria vanno conteggiati ogni mese a riduzione di capitale.
Infatti per gli scoperti di conto corrente la legge vieta la capitalizzazione mensile degli interessi dovendosi invece calcolare ed addebitare su base annua, con la conseguenza che se le rate mensili vengono imputate alla riduzione del capitale gli interessi diminuiscono fortemente.
Infatti per Confconsumatori Toscana l’addebito mensile della quota interesse finisce per far “schizzare” alle stelle il costo del finanziamento rotativo e le famiglie finiscono per pagare in modo troppo salato il costo del finanziamento. Stante la decisione dell’arbitro bancario la Confconsumatori Toscana, attraverso le proprie sedi indicate nel sito www.confconsumatoritoscana.it è pronta ad assistere quelle famiglie alle prese col pagamento di rate troppo pesanti delle carte revolving.
Per Grosseto gli interessati possono rivolgersi al numero 0564,417849 (telefonando dalle ore 15 alle 19).
Leggi il testo della sentenza  [.pdf]



Chiusura libretti postali: come non perdere i propri risparmi.


Parma, 3 maggio 2022 – Poste Italiane sta avvisando i propri clienti che il prossimo 21 giugno 2022 estinguerà tutti i libretti postali che negli ultimi dieci anni (entro il 30 novembre 2021) non sono mai stati utilizzati; i cosiddetti “libretti dormienti”. Passata questa data, il denaro verrà gestito da Consap, società interamente controllata dallo Stato. Ciò significa che quel denaro tornerà quindi in mani pubbliche. L'unico modo per evitarlo è rispondere alla comunicazione di Poste entro 180 giorni oppure effettuare un'operazione, altrimenti il libretto postale verrà estinto.
I LIBRETTI - I libretti postali, da sempre prodotti finanziari molto popolari - emessi da Cassa depositi e prestiti ma diffusi da Poste - sono considerati una sorta di salvadanaio, un investimento privo di rischi perché protetto dalla garanzia dello Stato. Il loro successo si deve anche al fatto che col passare degli anni sono stati trasformati da semplice strumento di risparmio a qualcosa di simile a un conto, con la possibilità di versare e prelevare denaro senza costi, anche associando un conto corrente bancario.
Proprio perché prodotti così popolari, sono molte le persone che nel corso degli anni hanno deciso di acquistarli, con la conseguenza che è facile ritenere sia elevato il numero di coloro i quali, o a causa di cambi di residenza o per decesso, non vengano raggiunti dalla comunicazione di Poste Italiane, rischiando per questo motivo di veder estinguere il proprio libretto.
IL CONSIGLIO - Confconsumatori, pertanto, ritiene di rendere un servizio utile ai propri associati e a tutti i risparmiatori in genere, suggerendo di controllare attentamente i propri libretti postali e accertarsi dell’esistenza di libretti appartenuti a parenti, magari nel frattempo deceduti, al fine di verificare se si tratta di un prodotto che negli ultimi 10 anni abbia subito o meno movimentazione e possa quindi essere o meno considerato “dormiente”. Tali controlli sono opportuni in caso non si riceva da parte di Poste Italiane nessuna comunicazione specifica, al fine di non correre il rischio di perdere i propri risparmi o comunque di dover ricorrere a procedure di rivendicazione del contenuto dei libretti, che verranno spostati in un Fondo Consap del ministero dell’Economia.
Per ulteriori informazioni rivolgersi agli sportelli di Confconsumatori.



Assistenza rifugiati di guerra, Confconsumatori Toscana si mobilita per quanto di propria competenza.


Grosseto, 21 marzo 2022 - Rispondendo ad un preciso invito della direzione Servizio Tutela clienti della Banca d’Italia, Confconsumatori Toscana aps rende noto che i rifugiati ucraini, accolti dall’Italia, hanno diritto al conto corrente base per far fronte alle loro esigenze di consumatori ed utenti.
A tal proposito la Banca d’Italia ha già pubblicato una direttiva che indica chiaramente il diritto dei consumatori ucraini presenti nel territorio nazionale all’accesso ai servizi bancari di base senza alcuna discriminazione. Anzi la Banca d’Italia ha chiesto espressamente alle associazioni di consumatori di segnalare eventuali difficoltà di accesso ed altre esigenze finanziarie.
Pertanto gli interessati, anche tramite le associazioni che ne curano l’accoglienza, possono rivolgersi gratuitamente alle sedi confconsumatori in Toscana per ottenere ausilio nelle difficoltà di accesso al servizio bancario italiano. Le sedi toscane di Confconsumatori sono rinvenibili nel sito www.confconsumatoritoscana.it



Bancomat clonato prima della consegna. Lieto fine per una consumatrice grossetana


Grosseto, 22.11.2021 - In conseguenza di fusione bancaria una consumatrice grossetana attendeva la nuova tessere bancomat del nuovo istituto incorporante. Ecco che in attesa di avere il nuovo bancomat col nuovo numero l’utente bancario riceveva una telefonata che appariva proveniente dal numero verde della sua banca e l’operatore Le chiedeva di svolgere on line, sul sito di home banking, tutte le operazioni occorrenti all’attivazione del nuovo bancomat fornendo anche i numeri della stessa carta, numero che non era conosciuto dalla cliente.
Dopo qualche ora arrivava la chiamata, questa volta vera anche se col solito numero verde, avvisava la persona di operazioni truffaldine per prelievi bancomat e ricariche di poste pay di terzi per circa 2.500,00 euro. La persona denunciava tutto all’autorità giudiziaria e disconosceva le operazioni presso la Banca.
In tutta risposta la Banca negava il rimborso.
Interveniva così la Confconsumatori di Grosseto che attivava con la Banca la procedura di conciliazione paritetica tra associazioni e banca stessa, valorizzando nell’istanza di conciliazione la circostanza che il numero della tessera bancomat era stato carpito, in quanto non conosciuto dalla cliente perché mai ricevuto, direttamente presso gli archivi informatici della Banca stessa; prova quindi di una falla nei sistemi bancari.
All’esito del procedimento la Banca ha accolto le richieste della cliente e restituito tutte le somme.
Purtroppo questo non è un caso isolato anzi, dal 2020 (con l’incremento dell’utilizzo dei servizi on line) è ormai all’ordine del giorno anche a Grosseto. Questo tuttavia è un caso peculiare che si aggiunge ad una casistica di truffe ormai in continua evoluzione.
Per lo sportello di via della Prefettura 3 della Confconsumatori è importantissimo controllare il proprio conto on line tutti i giorni, non divulgare mai i propri codici segreti, non considerare come attendibili sia la messaggistica della propria banca sia per il canale sms che telefono e quindi- a fronte di comunicazioni che chiedono di svolgere un qualche accesso on line- contattare direttamente la filiale di competenza per chiedere conferma.
I malcapitati possono comunque rivolgersi alla sede di Grosseto telefonando al numero 0564,417849 (il pomeriggio dalle 15 alle 19) oppure scrivendo una mail a grosseto@confconsumatori.it



Pago PA e difficolta’ dei cittadini


Numerosi cittadini si sono rivolti allo sportello della Confconsumatori di Massa-Carrara e anche al nuovo sportello, sempre gestito da Confconsumatori aperto su iniziativa del Comune di Forte dei Marmi, presso gli uffici del Comune, per avere informazioni circa il nuovo metodo di pagamento Pago pa.
La Confconsumatori, al fine di rendere un servizio ai cittadini, soprattutto alle persone anziane che si trovano a dover gestire questa novita’ spesso senza avere gli strumenti tecnologici e le informazioni necessarie, rende noto quanto segue. Le novita’ e le innovazioni tecnologiche ovviamente sono le benvenute, purche’siano accompagnate da una corretta informazione ai cittadini e purche’ non creino costi aggiuntivi a danno degli stessi, cosa purtroppo che si verifica.
Come riferisce la responsabile dei due sportelli, avv. Francesca Galloni “ Molti cittadini hanno in questi giorni ricevuto le richieste di pagamento della Tari proprio con questo Sistema di pagamento e addirittura anche societa’ come ad esempio Servizio Elettrico Nazionale, ha mandato le richieste di pagamento per I consumi di energia elettrica senza il consueto ed allegato bollettino postale, al quale tutti erano abituati, ma con un semplice foglio contenente il codice per il pagamento. Molte persone anziane sono andate in estrema difficolta’ non sapendo come fare per pagare... e alcuni istituti bancari se ne sono approfittati, facendo fare ad esempio ad alcuni associati, il pagamento bonifico bancario, a prezzi tramite esagerati!”
Si informa quindi che PagoPa è la piattaforma nazionale, diventata obbligatoria dal 28/2/2021 per le Pubbliche Amministrazioni, per il pagamento di tributi, imposte o rette verso la Pubblica Amministrazione e anche altri soggetti aderenti che forniscono servizi al cittadino. Con questo nuovo strumento di pagamento, si possono quindi pagare tributi, tasse, utenze, rette, quote associative, bolli, multe, ammende, sanzioni, canoni e qualsiasi altro tipo di pagamento verso le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, comprese le scuole, le università, le ASL, ma anche verso altri soggetti, come le aziende a partecipazione pubblica e i gestori di pubblici servizi. Quello che i cittadini DEVONO SAPERE e’ che queste richieste di pagamento, da qualsiasi societá’ o ente provengano, possono essere pagate con tre diversi sistemi:
- Tramite home banking o carta di credito per coloro che hanno questo strumento a disposizione, cosa molto difficile per le persone anziane.
- Tramite pagamenti “tradizionali” tramite sportello fisico (es. tabaccaio, poste italiane, grande distribuzione, istituti bancari che hanno aderito, etc.)
Quindi quando arriva una richiesta di pagamento con Pago Pa senza l’allegato bollettino ma con un semplice foglio contenente il codice, si puo’ pagare direttamente anche presso I soliti canali degli sportelli fisici, previa esibizione del foglio arrivato che , opportunamente scannerizzato dall’operatore, vi fara’ pagare l’importo dovuto. Quello che cambia , ed e’ importante conoscere, e’ l’importo della commissione che puo’ variare da un punto di pagamento ad un altro e quindi e’ importante magari informarsi prima per sapere quale sia la commissione che viene richiesta al momento del pagamento presso gli Uffici Postali, le tabaccherie, punti Sisal, supermercati o istituti bancari ( non tutti aderiscono a questo Sistema di pagamento). Infatti trattandosi di una piattaforma e non di un circuito di pagamento, il quantum della commissione varia e dipende da dove si sceglie di effettuare il pagamento.
“Insomma- commenta l’avv. Galloni - un’altra piccola giungla con conseguenze al momento a danno dei consumatori anche dovuta alla eliminazione dei vecchi F 24 o Mav, altri canali di pagamento a costo zero per le cittadine e i cittadini o l’indicazione del codice Iban per I bonifici bancari che, se fatti on line, hanno costo zero.”
Confconsumatori quindi si fara’ parte attiva per promuovere tutte le iniziative sia a livello di informazione che di assistenza ai cittadini, in primis chiedendo l’eliminazione dei costi di commissione, ulteriore balzello che, se per ogni singolo pagamento puo’ essere una piccola cifra, se si considerano tutti i pagamenti che ogni anno vengono effettuati dai cittadini, diventa di non poco conto!





Ancora due importanti successi per la Confconsumatori di Massa-Carrara


Massa Carrara, 12.7.2018 - La Confconsumatori continua a tutelare gli interessi dei consumatori risolvendo numerose pratiche anche in via stragiudiziale.
Pochi giorni orsono due altri casi positivamente risolti.
Il primo molto importante perchè riguarda il caso di un furto, subito da una associata, di una borsa contenente al suo interno il portafoglio con carta bancomat poi indebitamente utilizzato dall'autore del furto che effettuava prelievi dal bancomat. La signora aveva inoltrato richiesta di rimborso della somma prelevata indebitamente dal suo conto, ammontante ad €. 1000, ricevendo risposta negativa da parte della Banca. Dopo l'intervento della Confconsumatori che minacciava il ricorso alle vie legali, la Banca ha restituito l'intero importo alla nostra associata tranne una piccola somma a titolo di franchigia.
Il secondo caso riguarda invece una nostra associata vittima delle visite da parte di rappresentati che si recano al domicilio delle persone con la scusa di lasciare in visione un catalogo per fare acquisiti con forti sconti su vari prodotti, caso già trattato in precedenza dalla Confconsumatori e che ha visto partecipare l'avv. Francesca Galloni anche alla trasmissione su Rai tre a difesa dei consumatori,MiMandaRaitre. Anche in questo caso, come nei precedenti, la signora riceveva una seconda visita da parte di altro incaricato della stessa società, che le riferiva che nel modulo sottoscritto al momento in cui le era stato riferito che la firma serviva solo per attestare l'avvenuta consegna del catalogo, si era invece obbligata d effettuare acquisti per €. 2950!!! Anche in questo caso con l'intervento della Confconsumatori la società ha annullato tutto, accettando le contestazioni effettuate per iscritto dalla Confconsumatori.
Per informazioni e contatti, lo sportello rimane aperto per tutto il mese di luglio, tutte le mattine dalle ore 9 alle ore 12 e il martedì, mercoledì e giovedì pomeriggio dalle 16,30 alle 18; mail:confconsumatori.massa.ms@gmail.com La Confconsumatori di Massa-Carrara





Home banking senza token: del bonifico fraudolento ne risponde la banca. Gli utenti devono tuttavia fare attenzione.


Grosseto, 25.1.2018 - Ormai è sempre più frequente che i rapporti di home banking siano collegati, per i pagamenti, ad una chiavetta token che cambia codice di accesso numerico ogni minuto.
Tuttavia nel 2015 ancora qualche Banca non utilizzava questo strumento.
In data 22.12.2015 una grossetana riceve un sms sul proprio cellulare che pareva proveniente dalla propria banca, sms che evidenziava un pagamento da fare ad Equitalia e conteneva un link. La malcapitata grossetana cadeva nella trappola del "pishing" e si collegava al link ed in buona fede veniva collegata ad un sito che sembrava quello della propria banca al fine di eseguire il pagamento della cartella, sempre in buona fede inseriva le proprie credenziali ma non riusciva ad entrare.
Il giorno successivo la Banca chiedeva informazioni sui bonifici fatti in Spagna ed immediatamente la correntista disconosceva le operazioni.
Successivamente la Banca comunicava di non essere riuscita a recuperare un bonifico fatto in Spagna per 1.400,00 euro.
La correntista prima reclamava per le vie brevi poi si rivolgeva alla Confconsumatori di Grosseto, previa regolare denuncia alla Polizia Postale, che inoltrava le contestazioni alla Banca; Banca che negava ogni addebito anche in sede di conciliazione.
Non restava quindi alla correntista grossetana che agire in giudizio tramite l'Avv. Sara Serritiello che collabora con la Confconsumatori grossetana.
Con la sentenza n. 2/2018 il Giudice di Pace di Grosseto ha accolto tutte le domande della consumatrice ricordando che sulla Banca grava la diligenza professionale del buon banchiere, che la direttiva comunitaria 1997/64/ce impone di far gravare i rischi di attività oggettivamente pericolose, come le transazioni on line, non sui consumatori ma sulle aziende e per finire il Giudice ha osservato come la Banca aveva l'obbligo di fornire i mezzi di prevenzione più sofisticati al fine di certificare la volontà digitale del proprio cliente mediante consegna di un Token.
Conseguentemente il Giudice ha accolto la domanda della correntista condannando la Banca alla restituzione della somma di euro 1.400,00 oltre interessi legali e spese del giudizio.
Confconsumatori ricorda comunque ai consumatori, che sempre più spesso sono a rischio di frodi telematiche, devono tenere dei comportamenti molto prudenti come ricordare che la propria Banca non invia tramite e mail alcun link o documenti allegati e nell'aprire i messaggi non devono limitarsi, ad esempio, a leggere il nominativo del soggetto che invia la mail (talvolta falsamento di comodo) ma leggere l'indirizzo di posta elettronica per esteso del mittente.
Per informazioni la sede di grossetana di Via Ronchi 24 è disponibile al numero 0564,410680 oppure all'indirizzo grosseto@confconsumatori.it
Leggi il testo della sentenza  [.pdf]





Fondo Irs: da Poste proposta seria e conveniente


Parma, 17 gennaio 2017 - Poste Italiane, nell'incontro svoltosi ieri, lunedì 16, con le Associazioni dei consumatori ha comunicato una proposta con cui intende tutelare i suoi clienti che hanno acquistato quote del Fondo Immobiliare Invest Real Security (IRS) e che ne erano ancora in possesso al 31/12/2016, data ufficiale di scadenza del Fondo.
L'iniziativa ha lo scopo di consentire ai clienti di Poste Italiane di recuperare la differenza tra quanto investito originariamente (2.500 euro a quota), inclusivo dei proventi e dei rimborsi anticipati percepiti durante la vita del Fondo, e quanto sarà da loro incassato con il "Valore Intermedio di Liquidazione" del Fondo.
In particolare, il CdA di Poste Italiane ha deliberato che: "Per coloro che al 31/12/2016 hanno compiuto 80 anni, Poste Italiane riconosce la differenza sotto forma di accredito in conto corrente a seguito della liquidazione delle quote; per tutti gli altri clienti è proposta la sottoscrizione di una Polizza Vita Ramo I, appositamente ideata e senza alcuna spesa, in cui versare le somme liquidate dal fondo. Alla Polizza, la cui durata è di 5 anni, Poste aggiunge un contributo integrativo per il recupero di tutto il capitale originariamente investito nel fondo IRS. L'iniziativa di tutela sarà avviata nel mese di aprile 2017, una volta effettuato dalla Sgr il rimborso intermedio di liquidazione del Fondo".
Secondo Mara Colla, presidente di Confconsumatori: "L'offerta di Poste è seria ed assolutamente conveniente. Infatti, ai risparmiatori più anziani viene garantita la liquidazione immediata ma soprattutto viene garantito a tutti, attraverso il meccanismo della dazione della polizza vita, di recuperare l'intero investimento. I tempi di 5 anni per chi riceve la polizza, appaiono anche ragionevoli, perché è chiaro che una causa avrebbe tempi anche più lunghi, senza avere la garanzia ovviamente del recupero integrale, garanzia che invece la polizza vita di Poste Italiane offre".
Sara Bitetti, responsabile Relazioni Esterne di Confconsumatori, e l'avvocato Antonio Pinto, componente del direttivo nazionale, che seguono la vicenda per Confconsumatori, ricordano che l'Associazione affiancherà i risparmiatori che vorranno aderire alla transazione, per dare loro ausilio tecnico nel perfezionare l'accordo con Poste. Per informazioni: risparmio@confconsumatori.it.





Rivalutazione delle pensioni 2012-2013, via alle prime cause


Le loro pensioni non hanno goduto della rivalutazione dovuta e così dieci pensionati associati a Confconsumatori stanno presentando ricorso al giudice del lavoro del Tribunale di Grosseto per recuperarla, chiedendo che venga dichiarata l'incostituzionalità del decreto legge 65/2015 che ha - di fatto - eliminato gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale 70/2015. Sentenza con la quale la Consulta aveva dichiarato l'incostituzionalità della legge Fornero nella parte in cui sospendeva, per gli anni 2012 e 2013, la rivalutazione delle pensioni superiori a 1.405 euro lordi mensili. Anziché pagare i pensionati quanto stabilito dalla Consulta, il Governo ha sostituito il diritto ad un'adeguata pensione con un bonus: di conseguenza i pensionati, nel mese di agosto 2015, hanno avuto in busta paga una percentuale minima del dovuto che va dal 40% al 10%, in base al reddito e all'importo della pensione. E i pensionati con pensioni superiori ai 2.400 euro mensili lordi, cifra che corrisponde a una pensione netta di circa 1.800,00 euro, non hanno percepito alcuna rivalutazione. "La cosa più grave - osservano da Confconsumatori - è la modalità con la quale il Governo ha proceduto, per ragioni economiche e finanziarie, ad affievolire diritti acquisiti: l'ha fatto retroattivamente, nel 2015, per il passato, perché la legge incostituzionale si considera come mai entrata in vigore". Già il Tribunale di Palermo, con ordinanza del 16 gennaio 2016, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale. E adesso i pensionati grossetani associati a Confconsumatori, tramite l'avvocato Anna Kapalina, chiedono che anche il Tribunale di Grosseto rimetta la questione alla Consulta perché si tratta di legge retroattiva, quindi contraria all'articolo 3 della Costituzione, e contraria alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dunque in violazione anche dell'articolo 11 della Costituzione.





Norma Sovraindebitamento: via all'indagine.


Brindisi, 23 marzo 2016 - Come si comportano i Tribunali italiani in tema di sovraindebitamento? Dove e con quali risultati viene applicata la nuova norma che riguarda consumatori e piccole imprese che non riescono a far fronte ai troppi debiti (L. 3 del 27 gennaio 2012)? Per rispondere a queste domande Confconsumatori darà il via in questi giorni a un monitoraggio nazionale diretto dallo "Sportello Sovraindebitamento" istituito dal Coordinamento Confconsumatori Brindisi - Dalla Parte del Consumatore.
"Cresce di settimana in settimana il numero di consumatori che chiedono il nostro aiuto - spiega l'avvocato Emilio Graziuso, responsabile dello "Sportello Sovraindebitamento" - ecco perché, a distanza di quattro mesi dell'attivazione dello Sportello, abbiamo deciso di avviare una nuova fase dell'attività. Accanto alla capillare informazione, individuale e collettiva, del cittadino sull'importantissimo strumento che garantisce la norma (spesso, purtroppo, sconosciuto), daremo il via a un monitoraggio e a una raccolta, a livello nazionale, della prassi operativa e delle pronunzie adottate dai singoli Tribunali Italiani al fine di individuare con precisione le luci e le ombre dell'applicazione pratica della normativa".
I risultati ottenuti nei primi mesi di lavoro "sperimentale" dello sportello brindisino sono soddisfacenti, ma il monitoraggio nazionale sarà un passo importante sia per migliorare i servizi sia per ottenere risultati sul piano istituzionale. "Lo sportello di Brindisi è diventato in poco tempo una scialuppa di salvataggio per i consumatori sovraindebitati - continua Graziuso, - per questo, oltre all'assistenza che forniamo ai cittadini, sarà fondamentale individuare le best practice adottate dai Tribunali Italiani e, nello stesso tempo, le criticità riscontrate nell'ambito della applicazione concreta della normativa. In questo modo, non solo potremmo fornire informazioni sempre più complete a coloro che si rivolgono allo sportello ma potremmo redigere un dossier dettagliato da sottoporre a tutti i soggetti istituzionali coinvolti e/o interessati alle soluzioni della crisi da sovraindebitamento".
Da Brindisi, dunque, con la collaborazione delle oltre 100 sedi di Confconsumatori sul territorio nazionale, partirà un'analisi dettagliata circa l'applicazione della normativa sul Sovraindebitamento e il suo impatto, sociale e giuridico, della cui importanza, purtroppo, ancora oggi sia i consumatori sia le istituzione non hanno ancora preso piena consapevolezza.
Per maggiori informazioni tel. 347 - 0628721, www.confconsumatoribrindisi.it.





Pensioni anni 2012, 2013: Confconsumatori Grosseto scende al fianco dei pensionati.


Grosseto, 11.9.2015 - Le somme percepite ad agosto da alcuni pensioni sono un pannicello caldo e non soddisfano i diritti di coloro i quali dovevano avere rivalutata la pensione da anni.
Innanzitutto il legislatore non è costituzionalmente autorizzato a sanare una legge dichiarata incostituzionale
Inoltre il decreto legge, emanato soltanto per paralizzare la legittima pretesa di milioni di pensionati, nell'anno 2015 disciplina fattispecie giuridiche passate ovvero è RETROATTIVO, scontrandosi quindi col principio costituzionale di IRRETROATIVITA' della norma
. In aggiunta la nuova disposizione del 2015 crea una ingiusta disparità di trattamento tra pensionati INPS e pensionati di altri enti (come le casse previdenziali), per questi ultimi infatti il decreto non è applicabile ed hanno giustamente già percepito gli arretrati.
Per ottenere giustizia i cittadini (sia quelli col bonus di agosto che quelli che non hanno ricevuto nulla) dovranno purtroppo necessariamente rivolgersi all'autorità giudiziaria chiedendo che il Giudice di merito sollevi una nuova ulteriore questione di legittimità costituzionale sulla norma del 2015.
Prima di approdare al giudizio, anche per interrompere la prescrizione, gli aventi diritto dovranno chiedere mediante raccomandata la liquidazione degli arretrati all'INPS. Decorsi 120 giorni dalla domanda ovvero in caso di negativa risposta gli interessati dovranno proporre un ulteriore ricorso amministrativo gerarchico all'istituto e soltanto dopo l'ulteriore negativo esito potranno approdare in Tribunale.
Pertanto Confconsumatori comunica che il proprio sportello di Grosseto (via ronchi 24) è a disposizione per fornire l'informazione e l'assistenza necessaria ai malcapitati cittadini i quali potranno telefonare al numero 0564,410680 concordando un appuntamento ad hoc.





Bonus pensioni, solo un parziale rimborso e ulteriore beffa per i pensionati.


Grosseto, 1 luglio 2015 - Il bonus deciso dal Governo per far fronte all'incostituzionalità della legge Fornero che ha bloccato per gli anni 2012-2013 e 2014 la rivalutazione delle pensioni non risarcirà interamente i pensionati. La somma che andrà soltanto a coloro i quali hanno pensioni mensili che vanno dai 1.405,00 ai 2.886,00 lordi mensili coprirà mediamente il 40% delle somme che dovevano essere percepite negli ultimi tre anni. Un "pannicello caldo" che oscilla dai 267 agli 883 euro lordi a seconda del reddito e che non può sanare retroattivamente i diritti di milioni di pensionati; diritti calpestati da una legge che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima. Per procedere con le azioni di recupero gli interessati possono rivolgersi telefonicamente alla sede grossetana dell'associazione, concordando un appuntamento al numero 0564410680.





Pensioni anni 2012, 2013: Confconsumatori Grosseto scende al fianco dei pensionati


Grosseto, 18 giugno 2015 - Al di là di ogni valutazione socio-economico della vicenda la Confconsumatori Grosseto ritiene illegittimo ed ingiusto il decreto legge 65/2015.
Innanzitutto il legislatore non è costituzionalmente autorizzato a sanare una legge dichiarata incostituzionale. Inoltre il decreto legge, emanato soltanto per paralizzare la legittima pretesa di milioni di pensionati, nell'anno 2015 disciplina fattispecie giuridiche passate ovvero è RETROATTIVO, scontrandosi quindi col principio costituzionale di IRRETROATIVITA' della norma.
In aggiunta la nuova disposizione del 2015 crea una ingiusta disparità di trattamento tra pensionati INPS e pensionati di altri enti (come le casse previdenziali), per questi ultimi infatti il decreto non è applicabile ed hanno giustamente già percepito gli arretrati.
Per tali motivi non ritenendo praticabile una class action sia perché è determinato il numero degli aventi diritto sia perché l'azione di classe introdotta nel nostro ordinamento è sostanzialmente impraticabile Confconsumatori Grosseto ritiene di dover fornire assistenza ai cittadini alle prese col doveroso recupero delle somme di loro competenza.
Per ottenere giustizia i cittadini dovranno necessariamente rivolgersi all'autorità giudiziaria chiedendo che il Giudice di merito sollevi una nuova ulteriore questione di legittimità costituzionale sulla norma del 2015. Prima di approdare al giudizio, anche per interrompere la prescrizione, gli aventi diritto dovranno chiedere mediante raccomandata la liquidazione degli arretrati all'INPS. Decorsi 120 giorni dalla domanda ovvero in caso di negativa risposta gli interessati dovranno proporre un ulteriore ricorso amministrativo gerarchico all'istituto e soltanto dopo l'ulteriore negativo esito potranno approdare in Tribunale.
Pertanto Confconsumatori comunica che il proprio sportello di Grosseto (via ronchi 24) è a disposizione per fornire l'informazione e l'assistenza necessaria ai malcapitati cittadini i quali potranno telefonare al numero 0564,410680 concordando un appuntamento ad hoc.





Due prelievi fantasma sul conto: condannata Poste Italiane


Catania, 20 dicembre 2013 - Il Tribunale di Catania, con una recentissima sentenza di questi giorni, ha condannato Poste Italiane al pagamento a favore di un correntista della somma di 5.883 €, oltre a rivalutazione, interessi legali e spese di giudizio a titolo di risarcimento per un prelievo dal conto mai autorizzato.
Un catanese, titolare dal 2008 di un conto BancoPosta con servizi online attivati, aveva ricevuto, a mezzo posta ordinaria, una lettera da parte di Poste Italiane da cui risultava, un ordine di bonifico bancario estero, mai effettuato, a favore di un cittadino extracomunitario dell'importo di 4.100 €. Preoccupato per la comunicazione ricevuta, fra l'altro con grave ritardo, l'uomo si era recato tempestivamente presso l'ufficio di Poste Italiane per avere chiarimenti in merito all'accaduto. L'impiegato, dopo aver effettuato un controllo del conto BancoPosta, aveva rilasciato due estratti conto da cui addirittura risultavano non uno ma ben due bonifici mai autorizzati, rispettivamente da 4100 € e 1783 €, entrambi a favore della stessa persona straniera, sconosciuta al cliente.
A quel punto, immediatamente, il titolare aveva disconosciuto formalmente i due bonifici, precisando di essere assolutamente certo della propria estraneità all'effettuazione degli stessi. Oltre a questo aveva chiesto a Poste il riaccredito delle somme. Successivamente, tramite Confconsumatori, il correntista aveva contestato a Poste i fatti accaduti ritenendola responsabile per non aver garantito le idonee misure di protezione e per non averlo avvertito immediatamente. Chiedeva, pertanto, il rimborso delle somme prelevate dal suo conto corrente e il risarcimento del danno. Ma tale richiesta è rimasta priva di riscontro, da qui la decisione di promuovere la causa.
Nel corso del giudizio Poste ha sostenuto di non aver nessuna responsabilità in quanto il proprio sistema informatico era sicuro e che quanto accaduto era da attribuirsi a negligenza del proprio cliente, che avrebbe rivelato a terzi le chiavi di accesso o che aveva subito attività di phishing. Ma tali affermazioni sono rimaste prive di prova. A questo punto il Tribunale ha ritenuto fondata l'eccezione di inidoneità del sistema informatico delle Poste e la responsabilità di quest'ultima.
"Si tratta di un'importante sentenza - commenta l'avv. Carmelo Calì, Presidente di Confconsumatori Sicilia, che ha assistito in giudizio il correntista - che innanzitutto fa chiarezza su tale materia stabilendo che sono le banche a dover provare la sicurezza dei propri sistemi informatici. Inoltre dà certezze anche a chi, pur non avendo subito addebiti fraudolenti, usa frequentemente i servizi bancari on line ed ha sempre qualche timore".





PHISHING: RESTITUITI 600 EURO A ROMA


Roma, 4 novembre 2013 - Un nuovo caso di pirateria informatica si è risolto a Roma davanti all'Arbitro Bancario Finanziario, grazie all'intervento di Confconsumatori. Un consumatore, titolare di un conto corrente presso un intermediario finanziario, era rimasto vittima di un attacco di phishing e gli erano state sottratte, in tre momenti diversi, tre somme di denaro dalla carta di credito per un totale di circa 600 euro.
Il consumatore ha così bloccato la carta in questione e disconosciuto tali operazioni seguendo le modalità indicate dal gestore. Quest'ultimo però ha rifiutato il rimborso eccependo che le operazioni contestate erano state eseguite regolarmente o comunque come conseguenza della mancata custodia dei dispositivi personalizzati. Così il titolare del conto corrente, attraverso la Confconsumatori di Roma, si è rivolto all'Arbitro Bancario Finanziario dopo la risposta negativa dell'Istituto di credito, chiedendo di riconoscere la responsabilità di quest'ultimo nel non aver predisposto gli idonei sistemi di protezione contro le truffe perpetrate per via telematica. L'Abf ha accolto la richiesta di risarcimento richiesto unitamente alle spese di procedura.
"Quella dell'Arbitro Bancario Finanziario - l'avv. Barbara D'Agostino della Confconsumatori Roma che ha assistito il consumatore - è una decisione molto importante perché riconosce, accanto al dovere dell'utente di prestare sempre la massima diligenza nell'utilizzo dei propri codici di accesso al servizio di home banking, anche l'altrettanto fondamentale dovere di diligenza dell'intermediario finanziario nell'adozione di tutte le cautele necessarie per proteggere adeguatamente la clientela dal rischio sempre più frequente di truffe informatiche".





Caso "Gema": Confconsumatori in campo


Foggia, 8 ottobre 2013 - Confconsumatori ha depositato ieri mattina la richiesta di costituzione di parte civile nel processo penale pendente a Foggia riguardante il caso "Gema", la società ora fallita che ha riscosso per tanti anni i tributi locali della provincia dei Comuni foggiani.
La società ed i suoi soci amministratori sono imputati per non avere versato ai Comuni i tributi incassati. La richiesta di costituzione di parte civile, firmata dalla presidente nazionale Mara Colla è stata depositata a mezzo del legale Laura Corcetti di Confconsumatori Foggia.
Il Presidente provinciale, avvocato Pio Giorgio di Leo, commenta: "Auspico che dal processo emergano le gravi responsabilità dei colpevoli, onde addivenire a una condanna esemplare, e che venga restituito il maltolto ai cittadini. Confconsumatori vigilerà sul buon andamento dei fatti processuali. La gravità della vicenda - secondo Di Leo - è che i cittadini hanno pagato ma, a causa di condotte illegittime, non hanno potuto usufruire di servizi pubblici efficienti e rispettosi degli standard di qualità, poiché gli enti pubblici sono stati privati delle entrate necessaria".
Chiunque voglia informazioni e voglia tutelare le ragioni dei cittadini dei Comuni colpiti dalla vicenda può rivolgersi allo sportello provinciale di Confconsumatori Foggia:
SEDE PROVINCIALE FOGGIA (FG)
Corso Roma 19 - CAP 71121 - Cellulare: 348.9171481 - Fax: 0881721652 - E-mail: piogiorgiodileo@tin.it
Responsabile: Pio Giorgio Di Leo
Orari di apertura: Martedì e Giovedì ore 16,30 -19,30





Furti sul conto online: vittoria da 7 mila euro


Parma, 18 settembre 2013 - Furti sul conto corrente online: dopo numerose pronunce ottenute davanti all'Arbitro Bancario Finanziario, Confconsumatori vince ancora, questa volta in Tribunale, e ottiene per una coppia un risarcimento da 7 mila euro. Nel 2008 due coniugi, che avevano attivato presso un Istituto di credito un sistema di home banking, si erano accorti, accedendo al proprio conto online di alcune disposizioni di pagamento non autorizzate per il valore di 5.910 €. Il furto era avvenuto senza che i due avessero mai comunicato a terzi la password necessaria per operare sul conto.
Il Tribunale, a cui i consumatori si sono rivolti su consiglio di Confconsumatori, ha condannato la banca a risarcire il danno, maggiorato degli interessi e della rivalutazione monetaria, così da arrivare a circa 7.100 € oltre le spese di lite. La banca è stata condannata sulla base dell'art. 1228 c.c., per non avere superato la "presunzione di colpa" e, dunque, non aver potuto dimostrare che le credenziali fornite al cliente fossero entrate in possesso di terzi per una condotta colposa del medesimo.
"Una sentenza fondamentale - dichiara l'avv. Giovanni Franchi, legale Confconsumatori, che ha difeso in giudizio i consumatori - che si colloca nell'ambito di un orientamento giurisprudenziale sempre più consolidato nella tutela dei correntisti che operano con sistemi di home banking. Si desume infatti dalla sentenza che nel gestire tale servizio la banca deve rispettare una diligenza professionale parametrata dal criterio dell'accordo bancario. E non è sufficiente che l'istituto fornisca la prova che non si sia registrato il tentativo di immissione di credenziali errate e che, conseguentemente, l'utilizzo dei codici di accesso e dei dispositivi sia da imputarsi ad un'acquisizione dei medesimi da parte di terzi. Il correntista - conclude Franchi - non ha l'obbligo di controllare in ogni momento le movimentazioni del suo conto, secondo la possibilità offertagli di servizio di home banking".
Per Mara Colla, presidente di Confconsumatori: "I clienti delle banche che operano col sistema di home banking, devono sapere che, se si accorgono di avere subito furti dal loro conto corrente per via telematica, possono rivolgersi all'associazione per ottenere la restituzione di quanto sottratto loro da terzi"



Recupero crediti: Antitrust multa per 300 mila euro un'impresa segnalata da Confconsumatori


Parma, 6 settembre 2013 - A pochi mesi dalla multa all'impresa Paravati, Confconsumatori accoglie con soddisfazione un nuovo provvedimento dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, recependo anche in questo caso la segnalazione inoltrata dall'associazione dei consumatori, sanziona l'impresa di recupero crediti Fire Spa con una multa da 300 mila euro.
L'Agcm ha multato l'impresa di Messina per pratica aggressiva. Da tempo, infatti, per recuperare crediti inoltrava ai consumatori, per il tramite di avvocati, atti di citazione con l'indicazione fittizia della data della prima udienza, presso sedi di Giudici di Pace sistematicamente diverse da quelle territorialmente competenti e senza quasi mai procedere ad iscrivere a ruolo la causa. Su ben 4.160 di atti di citazione inoltrati solo il 3,43% riguarda citazioni instaurate presso Giudici di pace competenti e solo l'1,49% riguarda cause effettivamente iscritte a ruolo.
I consumatori destinatari degli atti di citazione ne erano immediatamente spaventati. A prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, e senza poter valutare la completezza e la correttezza della richiesta, preferivano provvedere rapidamente al pagamento dell'importo intimato, piuttosto che esporsi ad un contenzioso giudiziario. La condotta di Fire, in buona sostanza, era idonea a creare un grado di pressione psicologica tale da condizionare il comportamento del consumatore ed è perciò stesso stata ritenuta commercialmente scorretta e aggressiva. La Fire agiva su mandato di diverse società: Agos Ducato S.p.A., Seat Pagine Gialle S.p.A., GDF Suez Energie S.p.A., Sorgenia S.p.A. e Securisation Services Funding S.A., che avevano conferito l'incarico di svolgere le attività di gestione e di recupero dei crediti.
"Il provvedimento adottato - afferma Mara Colla, Presidente nazionale di Confconsumatori - conferma, da un lato, l'efficacia della disciplina normativa in materia di pratiche commerciali aggressive a tutela dei consumatori e, dall'altro lato, l'utilità del lavoro svolto dalle sedi territoriali di Confconsumatori, che raccogliendo le istanze dei cittadini, supportano l'Autorità Garante nel raggiungimento di questi brillanti risultati".
Confconsumatori rinnova l'invito a tutti i consumatori, vittima di società di recupero crediti senza scrupoli, a segnalare gratuitamente alle proprie sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, comportamenti commercialmente scorretti e/o aggressivi e ingannevoli.



Riscossione: quando la richiesta diventa minaccia


Parma, venerdì 26 luglio 2013 - Quando la richiesta diventa minaccia il consumatore può alzare la testa e difendersi segnalando il comportamento scorretto della società di recupero crediti. Con la morsa della crisi che si fa più stringente sono in aumento le segnalazioni che Confconsumatori riceve da parte dei cittadini vessati da continue e indebite richieste da parte di società di riscossione: citazioni a un foro diverso da quello del consumatore (e, dunque, non valide), richieste basate su documentazione incompleta o relative a crediti già prescritti, oppure solleciti effettuati con modalità sospette e poco chiare, ecc.
Oggi non tutti sanno che è possibile rivolgersi alle associaizioni dei consumatori ed effettuare una segnalazione gratuitamente, tramite l'associazione o direttamente all'Antitrust. Una novità rispetto al passato riguarda le microimprese che, in virtù del Decreto Monti 1/2012 godono della stessa tutela dei singoli consumatori di fronte a pratiche sleali. Per cui, l'invito di Confconsumatori alla segnalazione è aperto ai cittadini e alle microimprese che subiscono un comportamento vessatorio.
IL CASO - Poco più di un mese fa, grazie alle numerose segnalazioni raccolte da Confconsumatori, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha multato l'impresa individuale Consuelo Paravati, in provincia di Cosenza, che da almeno un anno bersagliava i consumatori con atti di citazione presso sedi diverse da quelle competenti per intimorirli e indurli a pagare debiti ormai prescritti da tempo o inesistenti. Con quello contro la Paravati sono già tre i provvedimenti deliberati dall'Antitrust negli ultimi sei mesi per contrastare una pratica considerata aggressiva dal codice del Consumo, perché basata sulla minaccia di promuovere un'azione legale manifestamente temeraria o infondata.
"L'azione di un'associazione come la nostra - spiega Mara Colla, presidente nazionale di Confconsumatori - è fondamentale per portare all'attenzione dell'Autorità Garante le numerose pratiche aggressive e ingannevoli di cui sono vittima, oggi più di ieri, i consumatori alle prese con la crisi economica. Il caso della Paravati dimostra che è possibile colpire in maniera efficace i comportamenti indebiti e scorretti, ma occorre la collaborazione di tutti: facciamo, perciò, appello ai cittadini affinchè segnalino i comportamenti vessatori delle società di riscossione alle nostre numerose sedi sul territorio."



Conti dormienti: istruzioni per l'uso


Parma, 10 novembre 2011 - Confconsumatori riceve tantissime richieste riguardanti i cosiddetti "conti dormienti". Si tratta di depositi, contratti finanziari, libretti postali su cui per anni nonni, genitori e zii avevano versato risparmi e che, per varie ragioni, sono finiti nel dimenticatoio. Quei fondi sono persi per sempre? In alcuni casi è possibile recuperare qualcosa, ma bisogna che ci siano due requisiti fondamentali. I conti "dormienti" : - non devono essere stati movimentati per almeno 10 anni; - devono avere un valore non inferiore a 100 euro. Il valore si calcola applicando alla cifra depositata in lire, maggiorata degli interessi legali di anno in anno maturati, il cambio attuale (es: 200.000 lire = 103 euro). Una volta appurato che il proprio conto, dimenticato in un cassetto, può a tutti gli effetti dirsi "dormiente", la prima domanda da porsi riguarda il tipo di credito da far valere. Occorre stabilire, infatti, se il conto è intestato a sé o a qualche progenitore, magari defunto, oppure se fa riferimento a un soggetto indeterminato come un generico portatore (libretti al portatore). Nel primo caso (conto intestato) bisogna vedere se l'intermediario ha effettuato, tramite raccomandata a/r la comunicazione dell'estinzione del conto 180 giorni prima di procedere. Se ciò non è avvenuto l'avente diritto, nel termine prescrizionale di 5 anni decorrenti dal 17 agosto 2007 (quindi entro luglio 2012) potrà richiedere l'importo del credito, maggiorato degli interessi nel frattempo maturati e della rivalutazione monetaria. Qualora il titolare abbia ricevuto la comunicazione dell'Istituto di credito per tempo, oppure se il credito spetta a un generico "portatore", non resta che rivolgere la domanda alla la Consap s.p.a., società a socio unico con sede a Roma (via Yser n. 14). Sul sito della medesima, http://www.consap.it, si trovano le istruzioni su come compilare la lettera e quali documenti devono essere allegati. I tempi, in tale ipotesi, saranno piuttosto lunghi e l'importo di cui ci si deve attendere il rimborso sarà costituito soltanto dalla somma investita con gli interessi maturati da ciascun versamento al saldo. Presso le sedi di Confconsumatori sono disponibili dei modelli di lettera; i titolari di conti dormienti interessati possono rivolgersi telefonicamente o via e-mail alla sede a loro più vicina (www.confconsumatori.com/dovesiamo).



Assegno rubato: Bancoposta deve risarcire


Roma, 18 febbraio 2011 - Un'importante vittoria della Confconsumatori di Roma a tutela di un consumatore che aveva subito il furto di un assegno. L'istituto di credito dell'associato, Poste Italiane divisione Bancoposta, in seguito al furto aveva eseguito l'ordine di pagamento nonostante l'assegno fosse stato sottoscritto da persona non titolare del conto corrente. L'assegno, infatti, era stato sottoscritto da persona non titolare del conto: la firma, perfettamente leggibile, riportava nome e cognome di persona diversa dal titolare del conto. Nonostante ciò Poste Italiane - divisione Banco Posta S.P.A. non ha vigilato e ha ritenuto pagabile il suddetto assegno. La normativa vigente che regolamenta la circolazione degli assegni è ancora il R.D. 21/12/1933 n. 1736 e dispone che l'autorizzazione di addebito di assegni sul conto può avvenire solo quando la sottoscrizione risponda ai requisiti di cui all' art. 11 del R.D. 21/12/1933 n. 1736, pertanto sancisce che l'assegno deve essere sottoscritto dal traente e precisamente dal titolare del conto corrente, tutti principi che vengono riportati nello stesso contratto di conto corrente di Poste Italiane. Ebbene, la Banca convenuta riteneva di potersi considerare sollevata da tale obbligo di legge di controllare la rispondenza della sottoscrizione dell'assegno, in virtù della modalità di negoziazione denominata Check Truncation. Nello specifico s'intende spiegare che la Check Truncation non è altro che una convenzione, per la precisione un semplice accordo interbancario emanato dall'ABI (Associazione bancaria italiana) al quale le banche possono, senza obbligo, aderire, per soddisfare la loro esigenza di ridurre i tempi, i costi e i rischi legati al trasporto di assegni. Viene realizzata infatti una forma di presentazione elettronica al pagamento (c.d. Check Truncation) nella fase interbancaria finalizzata al pagamento. "Di particolare importanza - dichiara l'avv. Barbara D'Agostino, presidente di Confconsumatori Lazio - il fatto che il Giudice di Pace di Roma abbia ritenuto che l'impossibilità di controllare da parte dell'istituto negoziatore la conformità della sottoscrizione dell'assegno allo specimen di firma, sia una responsabilità di Poste Italiane. Per questo l'incidenza economica di tale rischio fa giuridicamente capo all'istituto trattario, che ha dovuto rimborsare il cliente. Quando, come nel caso di specie, sono le banche che emanano convenzioni per esigenze di riduzione di costi e tempi, il consumatore deve essere sempre tutelato nel pieno rispetto delle norme di legge".



Incassati assegni non trasferibili: la Banca deve risarcire


Parma, 1 febbraio 2011 - Un'altra significativa vittoria della Confconsumatori a tutela di un consumatore che aveva consegnato due assegni non trasferibili con il preciso impegno da parte del beneficiario di non metterli all'incasso. Era accaduto che lo stesso avesse sottoscritto, unitamente alla moglie, il 2 marzo 2004 un contratto preliminare di compravendita avente ad oggetto un'unità immobiliare, per il prezzo di € 136.302,00, per stabilirvi la residenza della famiglia. In quell'occasione aveva consegnato al promittente venditore due assegni bancari dell'importo complessivo di € 13.630,20 intestati a se stesso, con l'apposizione in entrambi i titoli della clausola "non trasferibile". C'era infatti l'accordo che i titoli, benché i medesimi contenessero una girata in bianco, non venissero incassati prima dell'atto definitivo di compravendita, dal momento che il conto corrente del consumatore non gli consentiva di trarre titoli di quell'importo. Gli era stata - è vero - assicurata da una banca la concessione di un mutuo per complessivi € 135.000,00, ma tale mutuo non sarebbe stato stipulato se il suo conto fosse risultato scoperto. Nonostante gli accordi intercorsi tra le parti, i predetti titoli erano stati incassati, sebbene sui medesimi fosse apposta la clausola della non trasferibilità. Il che, come richiesto dal legale di Confconsumatori avv. Giovanni Franchi, che ha tutelato in giudizio il consumatore, ha portato il Tribunale di Parma a condannare l'istituto di credito presso il quale erano stati incassati gli assegni al risarcimento dei danni, pari al complessivo ammontare dei medesimi. Ciò sulla base dell'art. 43 Regio Decreto 21 dicembre 1933 n. 1736, a norma del quale: "L'assegno bancario emesso con la clausola "non trasferibile" non può essere pagato se non al prenditore o, a richiesta di costui, accreditato nel suo conto corrente….Colui che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l'incasso risponde del pagamento". "Di particolare importanza - dichiara l'avv. Giovanni Franchi - il fatto che il Tribunale abbia ritenuto irrilevante la circostanza che gli assegni fossero stati intestati a se stesso e consegnati con una girata in bianco. Quando, come nel caso, la legge è chiara ed inderogabile i comportamenti tenuti dalle parti non possono giustificare una sua violazione. Il consumatore viene così tutelato anche contro la sua implicita volontà contraria".



Carte revolving: un nuovo caso di risparmio tradito


Bari, 8 aprile 2010 - Con il dilagare del credito al consumo era inevitabile che, prima o poi, sarebbe esploso un nuovo caso di risparmio tradito. E così è stato. Con l'indagine della Procura della Repubblica di Trani, infatti, al di là delle vicende relative alle pressioni politiche sull'Autorità Garante delle Comunicazioni, è emerso con chiarezza un problema che da tempo, ormai, le associazioni dei consumatori denunziano: le carte revolving e gli interessi con le stesse applicati. Le carte revolving, pur rientrando nella categoria delle carte di credito, hanno delle modalità operative diverse da queste ultime. Esse, infatti, permettono di effettuare acquisti immediatamente e di pagare in rate mensili successive: da qui la denominazione di carte di debito. La problematica principale che tali carte presentano è rivestita dal tasso di interessi applicato non solo alle singole rate, già di per sé alto, ma soprattutto dagli interessi di mora nei casi di mancato pagamento. In questi casi il tasso supera spesso le soglie dell'usura stabilite dalla Banca d'Italia. Dalle perizie dalla Procura di Trani è emerso che i tassi della revolving card, in alcuni casi, sono giunti, in caso di ritardo nel pagamento, fino al 54,21 %. Oltre il doppio, cioè, dei limiti, pur elevati, del 25,68 % consentiti dalla legge sull'usura per il credito finalizzato all'acquisto rateale per tali tipologie di prestiti. "Il problema è molto sentito dalle migliaia di consumatori in possesso di carte revolving che spesso si rivolgono alle associazioni dei consumatori per avere chiarimenti in merito a pagamenti agli stessi richiesti dei quali non solo non riescono a comprendere l'entità ma anche, in alcuni casi, la durata" - afferma l'avv. Emilio Graziuso, responsabile del coordinamento "Confconsumatori Federazione Provinciale di Brindisi - Dalla Parte del Consumatore Associazione Nazionale" - "In molti casi, addirittura, avendo ricevuto per posta la carta revolving senza neanche chiederla ma per il semplice fatto di aver sottoscritto un finanziamento (per l'acquisto di un elettrodomestico; di un mobile, ecc.), e convinti che si tratti di una normale carta di credito, i consumatori si trovano di fronte ad un ulteriore finanziamento con tassi esosi e che magari non avrebbero neanche contratto". Della vicenda, già lo scorso anno, si era occupata l'Antitrust sanzionando il comportamento, giudicato scorretto, di alcune finanziarie, non avendo, queste ultime fornito al consumatore informazioni precise in merito alle caratteristiche delle carte revolving e degli oneri a carico dei consumatori, impedendo, così, una scelta pienamente consapevole del contraente.
"Come coordinamento speriamo che anche in Italia vengano adottate misure analoghe a quelle prese negli Stati Uniti con il Card Act, grazie al quale sono stati ridotti gli oneri delle revolving senza bisogno di ricorrere alla magistratura. Allo stato attuale, però, è opportuno che i consumatori chiedano alle finanziarie la restituzione delle somme superiori al tasso soglia dalle stesse illegittimamente percepite e lo scioglimento del vincolo contrattuale nei casi in cui non vi sia stata una adeguata informazione in merito alle caratteristiche delle carte revolving, dei relativi oneri e del tasso degli interessi applicato ai consumatori" conclude l'avv. Emilio Graziuso.
Per denunziare pratiche scorrette in materia di carte revolving i cittadini possono rivolgersi al numero verde istituito dall'Antitrust (800166661) ed al Coordinamento "Confconsumatori Federazione Provinciale di Brindisi - Dalla Parte del Consumatore Associazione Nazionale" (347 - 0628721).